Totò torna a Napoli. L’Artista non muore mai. Sarà in città fino al 9 luglio 2017 per incontrare i suoi tanti ammiratori che lo hanno conosciuto prima del 1967 e i giovanissimi telespettatori. Totò Genio è la mostra per ricordare la sua scomparsa dall’arte nella sera del 15 aprile 1967. Una vita tanto effervescente tra teatro e cinema non può essere raccontata in un solo spazio.
Totò aspetta italiani e stranieri in tre luoghi simboli di Napoli in tre mostre interessanti varie: Palazzo reale il principe Antonio de Curtis, nobile uomo; Castel Nuovo, sede del popolo, il cittadino che ha reso famosa nel mondo  la sua città e il Rione Sanità; Il Convento di San Domenico, scuola di filosofia dal XIII secolo con San Tommaso d’Aquino, perché egli non è stato il principe della risata, come è stato sempre definito, ma il Maestro della antica filosofia popolare napoletana che ha insegnato ad altri popoli mimando, divertendo, ironizzando.
Pier Paolo Pasolini gli affida il ruolo del vecchio saggio frate Ciccillo. In altri è il padre che rischia il carcere per truffa nella ricerca affannosa di dare un futuro dignitoso alla figlia attraverso lo studio in un collegio rinomato; il capo famiglia che cerca una casa; il ciabattino professore. In tanti altri ruoli: principe, plebeo, poeta, marionetta, ladro onesto, evaso, colonnello, prete, maresciallo, pittore, orfanello, commissario, musicista, uomo di mondo, sceicco, legionario. onorevole La Trippa, Pinocchio, ‘o pazzariello. Nella gestualità del corpo e del volto è uomo di caucciù.
Le sue espressioni linguistiche disinvolte, surreali, satiriche, sono imparate, fanno ridere ancora ed eliminano tanti tabù: ho fatto tre anni di militare a Cuneo, lei non sa chi sono io, quanno se dice “Napule” s’annomena ‘a riggina, io il pubblico so come farlo patire di piacere, a prescindere, Signorina. Veniamo noi con questa a dirvi una parola che c’è stata una grande moria delle vacche, come voi ben sapete, che scusate se sono poche, è la somma che fa il totale, signori si nasce e io lo nacqui, lei è stupido si convinca, ma mi faccia il piacere, così è la vita, oggi ci siamo, domani non ci siete più.
Ha interpretato la tradizione teatrale e linguistica napoletana nelle sue ascendenze più antiche nel recitato, nel cantato, nel verso poetico. Ha rappresentato la storia del costume e dello spettacolo italiano non solo napoletano, negli anni precedenti e posteriori alla guerra degli anni 40.
Totò, Principe dell’arte dell’improvvisazione teatrale, Principe della cultura popolare, Principe privo di arroganza, boria, sopraffazione volgare. Totò e Pulcinella simboli della cultura napoletana ma non uguali. Il primo sorridente, triste, timido, colto, spirito libero, mentre l’altro servile, furbo, rozzo.
Totò, simbolo di umiltà e di artista uomo generoso, continua a fare scuola nelle arti dello spettacolo come con Troisi, Danieli, Benigni, Fo, Fellini e altri. Nella sua mimica facciale è incisa la Napoli festosa, triste dolorosa, ma mai rassegnata e schiava del potere abitata da uomini e non da caporali.
«Qualsiasi vestito mi metta dentro c’è sempre Totò. Anche l’abito che uso sul palcoscenico deriva, in fondo, dall’autoesame di come vestivo nel periodo corrispondente all’inizio della mia vita teatrale. Il mio corredo era composto da un solo abito per la scena che andava sempre più logorandosi, senza una sia pur remota possibilità di sostituzione. Ebbi, da qui, l’idea di creare un “costume” che accentuasse la mia reale situazione vestiaria. Una logora bombetta, un tight troppo largo (del nonno paterno), una camicia lisa col colletto basso, una stringa di scarpa per cravatta, un paio di pantaloni a saltafossi (del padre Giuseppe marchese), comuni scarpe nere basse, paio di calze colorate».
«Sono stato un bambino povero con la voglia inappagata degli agi che non potevo permettermi. Non so come, quel bambino è rimasto dentro di me. Me lo porto per mano, come un piccolo amico invisibile, e mi diverto a regalargli ogni ben di Dio: vestiti eleganti, dolci, profumi e oggetti raffinati. Tutti questi doni non sono adatti alla sua età, ma alla mia».
In foto, l’immagine della mostra

 

 

Giovedì 8 e 15 giugno, il Gioco del Lotto offrirà due serate di ingresso gratuito al maschio Angioino e a San Domenico. Il terno di Totò 2 ‘A Livella, 20 la marionetta, 68 Vot’Antonio.

Totò genio dal 13 aprile al 9 luglio 2017. Luoghi e orari:
Maschio Angioino, Cappella Palatina da domenica a giovedì 10-19, venerdì e sabato 10 -22
Palazzo reale, Sala Dorica tutti i giorni dalle ore 10 alle 19
Convento San Domenico da domenica a giovedì 10-19, venerdì e sabato 10-22
Ingresso a una mostra euro 6, a tutte e tre euro 12; ridotto euro 4 a tutte e tre euro 9Informazioni  per Napoli 848.800.288, da cellulare 39.0639967050

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