La platea, svuotata, cede il posto a tavolini da Cafè chantant per quello che ormai è diventato un classico. “I love Napoli, cafè chantant” ridisegna le geometrie dello storico teatro Sannazaro, portando indietro le lancette dell’orologio a un tempo in cui il teatro non conosceva crisi e resisteva tra cafè concert e music hall, ben lontano dalle insidie del cinema. Lo sanno bene i commedianti del Sannazaro guidati dalla padrona di casa Lara Sansone a cui il pubblico sembra dar ragione. Lo spettacolo non ha tuttavia mire rivoluzionarie ma puramente celebrative.
L’obiettivo è immediatamente dichiarato grazie all’apertura affidata al quartetto guidato da Luca Sepe per “‘o sole mio” a cui fa seguito una captatio benevolentiae del Trio Ardone – Peluso – Massa su l’italietta, tra camorra, Enrico Letta e l’ormai immancabile Berlusconi chiamata a scaldare il pubblico. Nonostante si discosti non poco dalla tradizione questo salotto ha una clientela ormai fissa, che torna ogni anno malgrado lo spettacolo cambi poco. Una sorta di certezza di sicuro svago, “l’impegno lo cerco nella lettura di un libro, dal teatro mi aspetto leggerezza” confessano alcuni.
Leggerezza garantita dalla sciantosa Lara Sansone, che non tarda però a prestare voce e talento alla “fravecatura” di Raffaele Viviani, in un pregevole omaggio che molti hanno definito il punto più alto dello spettacolo. L’emozione è dettata anche e soprattutto dal richiamo alla scomparsa Luisa Conte, nonna della Sansone, vista come la naturale sostituta. Fiore all’occhiello della serata l’orchestra guidata dal Maestro Gatta che regala medley che spaziano dal repertorio napoletano fino a quello parigino e spagnolo coinvolgendo il pubblico, chiamato a far da spalla a ballerini e comici.
Proprio questa interazione, anzi “napolazione” come preferisce definirla la compagnia, è il segreto che garantisce il successo della serata, aprendosi alla modernit , alla contaminazione sorretta da una struttura da cafè chantant tuttavia svuotata della sua classicit . Tra gli spettatori si possono incontrare stranieri, emigranti e napoletani d’adozione che tra gli sketch natalizi accompagnati dalla musica di tradizione ritrovano le proprie radici, grazie uno spettacolo che vedono come “un omaggio al talento e all’ingegno napoletano”.
Resta, tuttavia, una formula che attira un pubblico che sembra preselezionato alle numerose famiglie che affollavano i tavolini si mescolava una platea che i fasti del cafè chantant li ha vissuti. La più grande sfida per le prossime serate ma anche per gli anni a venire è proprio colmare il gap generazionale. Pena, la consegna definitiva di questo genere teatrale a un pubblico di nicchia.

Per saperne di più
www.teatrosannazaro.it

costo del biglietto 34 euro
In scena fino al 6 gennaio

In foto, due momenti dello spettacolo e il pubblico che affolla il teatro

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