E’ andato in scena in esclusiva al Teatro Bellini di Napoli, uno spettacolo singolare e coinvolgente: “A hunger artist – Un digiunatore” di Franz Kafka con Viktorija Kuodyté, Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij, regia di Eimuntas Nekrošius. Lo spettacolo, in lingua lituana con sopratitoli in italiano, prodotto da Meno Fortas Theatre, si avvale del sostegno del Consiglio di cultura lituano.
Eimuntas Nekrosius, regista lituano di fama internazionale, ci ha abituati (altre volte è venuto in Italia con le sue regie o ha allestito spettacoli nel nostro paese) ad un tipo di teatro dove il linguaggio teatrale, usato in tutta la sua accezione, viene rafforzato dal continuo movimento scenico, in modo che gli attori, gli oggetti, le scene, diventano importante veicolo per la parola teatrale.
Non sfugge a questa regola “Un digiunatore” ma, in questo caso, trattandosi di uno spettacolo tratto da un affascinante racconto di Franz Kafka (suo ultimo scritto), il linguaggio teatrale diventa racconto, trasfondendosi in esso e viceversa. Nel senso che la protagonista racconta la storia del digiunatore e nel frattempo si trasforma nel personaggio stesso inventato da Kafka.
Recita il comunicato allo spettacolo: «Si proverà un certo straniamento nello scoprire che in scena, l’artista del digiuno è una donna, a dispetto del personaggio maschile creato dallo scrittore boemo. E ci si meraviglierà nel rendersi conto che la protagonista di Nekrošius si muove liberamente, mentre nel libro l’artista del digiuno è imprigionato in una gabbia […]».
Dunque Nekrosius sceglie una donna, la bravissima Viktorija Kuodyté, affiancata da Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij (a rivestire i ruoli dell’impresario, del pubblico), per un testo non facile e, a nostro avviso, colmo di simbologie, di significati sottesi e dove la trasposizione teatrale deve operare la scelta di veicolarne il linguaggio letterario, cosa che non risulta sempre fruibile ma, talvolta, procede nello spettacolo con una certa lentezza.
Il digiunatore è un fenomeno da baraccone che insieme al suo impresario gira l’Europa a presentare il suo numero: chiuso in una gabbia, riesce a digiunare per 40 giorni consecutivi, acclamato dal pubblico che corre a vederlo. Ma egli è un fenomeno a parte, un personaggio complesso e racconta a se stesso che potrebbe digiunare molto di più se volesse mettersi alla prova. Infatti accade, quando la gente non è più attirata dal fenomeno, l’impresario lo abbandona, ed egli, per bisogno, accetta di lavorare in un circo, rinchiudendosi in una gabbia accanto a quella delle belve che fanno parte dello spettacolo circense. In quella gabbia continuerà a digiunare, dimenticato da tutti, fino alla morte.
Tutti gli attori in scena hanno una grande cifra mimica oltre che verbale e il testo, in lingua originale con i sopratitoli in italiano, si fa seguire con interesse. Bravissima, come si diceva, la protagonista nell’interpretare in maniera splendida – libera in scena ma spesso in una metaforica prigione – e raccontare, insieme, come un cantastorie ma anche con ironia o straniamento brechtiano, questa vicenda così dura, crudele.
Nekrosius forse non a caso affidata a una donna il personaggio del digiunatore, una donna intesa anche come strumento di fragilità, di sensibilità oltremodo sviluppata e talvolta agnello sacrificale.
Uno spettacolo complesso e al tempo stesso semplice, che racconta una storia in una bella commistione letteraria-teatrale, che ci riporta alle atmosfere dei narratori yiddish dell’Europa orientale. Uno spettacolo delicato, sulla vita e la morte. Applausi finali ripetuti.
Un momento dello spettacolo (ph D Matvejevc)

Teatro Bellini  fino al 21 aprile 2017, Via Conte di Ruvo, 14-Napoli, tel. 0815491266
Prezzi: A partire da  25 euro- Per gli Unde r29 il prezzo è 20 euro secondo migliore disponibilità
Orari: ore 21

 

 

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