Belpasso, chi era costui? Molti se lo saranno chiesto nel consultate il programma dell’ultimo concerto sancarliano. Scalette, trilli, arpeggi e virtuosismi di ogni sorta caratterizzano la tessitura dell’oboe solista nella "Fantasia sull’opera I Masnadieri di G. Verdi" di Giovanni Battista Belpasso, compositore napoletano particolarmente noto agli strumentisti a fiato. Sarebbe stato bello se l’orchestra avesse rispettato i tempi e i respiri del brillante solista, Domenico Sarcina. Se l’oboista ha messo in luce i bei colori del suo strumento, altrettanto non puo dirsi dell’orchestra, apparsa scialba e non sempre in riga. Gradevole il bis di Morricone, in cui Sarcina ha sottratto per una manciata di minuti la bacchetta al direttore spagnolo Sergio Alapont. A quest’ultimo e’ toccato il compito tutt’altro che agevole di dirigere la Settima Sinfonia di Mahler, un vero colosso della letteratura musicale del secolo scorso. Il direttore ha un gesto alquanto rigido, che, nel tentare di assicurare la corretteza degli attacchi e la sincronizzazione dei vari settori dell’orchestra, sortisce purtroppo l’effetto contrario, disorientando gli strumentisti e finendo con il veicolare un messaggio impreciso e poco chiaro. Nella Settima i fiati occupano un ruolo fondamentale: non sempre, pero’, questo settore e’ stato felice, particolarmente in certe parti espressive, dove l’errore di intozione risalta ancor più.

Sergio Alapont, questo il nome del direttore, si è concentrato sulla parte ritmica, ma l’essenza di questa Sinfonia si puo’ assaporare solo se si mettono in rilievo i colori, le sfumature, i giochi delle parti, certe nuances ritmiche che il direttore ha preferito ignorare. Non senza gravi conseguenze, purtroppo.

Nella foto, Sergio Alapont

Prossimo appuntamento con i concerti del San Carlo, sabato 24 aprile ore 20.30 (turno unico). Dirige Antonio Pappano.

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