Avevo diverse ragioni per spingermi con grande entusiasmo alla proiezione del corto “Il Silenzio di Lorenzo” sabato 7 dicembre al Maschio Angioino nella sede della Fondazione Valenzi, oltre alla casuale e marginale occasione di passeggiare tra uno dei siti più storicamente esaltati di Napoli che per l’occasione si era perfino fatto accarezzare da un piacevolissimo sole invernale. Raramente mi è stato chiesto di partecipare alla visione di un film in anteprima, e ancor più d’eccezione è la possibilit  di prendere parte ad una conferenza tenuta da un cast di modesta fama e grande talento, tra cui il regista e attore Nicola Acunzo (gi  visto in “Vallanzasca” e “Il Grande Sogno” di Michele Placido).
“Pochi” motivi quindi per arrivare con un discreto anticipo, trovare la sala completamente vuota, e sedere tra le ultime file in attesa che gli altri invitati e giornalisti arrivassero non ho dovuto aspettare troppi minuti perch la sala fosse travolta da una scolaresca con relative insegnanti, che hanno celermente preso posto e occupato l’intera sala a macchia d’olio.
Eccitato per l’occasione di poter condividere l’esperienza con dei miei “quasi coetanei”, decido di abbandonare i posti delle ultime file (riservati o a quelli alti o a chi non vuole seguire la lezione, questo è un dogma dello studente) e mi appresto a occupare uno dei “primi banchi” quando sento un’insegnante dire «Vedi, il signore si è alzato, forse si è liberato un posto dietro», solo in quel momento si vanificava ogni tentativo di sentirmi ancora un liceale.
Roberto Race introduce il corto spendendo non troppe parole in merito, assicurando e preannunciando un confronto successivo con il cast. Veniamo quindi sottoposti a 17 minuti e 36 secondi di pura magia cinematografica, tanto profonda e importante da far rivalutare eventuali preconcetti sull’elemento “corto cinematografico”, erroneamente visualizzabile come un lavoro sterile e superficiale.
“Il Silenzio di Lorenzo” racconta la vita di Lorenzo Rago, un imprenditore battipagliese dal sorriso schietto e generoso, amatissimo dal suo paese e nel circondario, che decide presto di candidarsi con il partito dell’Uomo Qualunque contrastando la mala politica; una volta sindaco, si metter  pubblicamente contro gli uomini di malaffare, dimostrando un amore viscerale per il proprio paese.

La straordinaria maestria di Acunzo, sia da regista che da attore, non abbandona mai la scena
manifestandosi nell’attenzione estetica del dettaglio essenzialmente funzionale alla trasmissione emotiva del messaggio, che accoglie calorosamente lo spettatore in quella ricerca doverosa della verit . “Il Silenzio di Lorenzo” non impone la sua verit , quel che colpisce è la drammatica, sensibile tranquillit  con cui il film si muove verso un epilogo in apparenza silenzioso ma che volutamente sfrutta questa quiete per illuminare il silenzio mostruoso della dimenticanza, dell’oblio.
Nicola Acunzo è uno che «ci mette il cuore» in quello che fa, come dichiara lui stesso nel dibattito con il cast. Per la sua franchezza, gentilezza e amore per il lavoro giusto e il dovere morale di comunicare ciò che è verit , Nicola è riuscito a renderci tutti partecipi di un messaggio da condividere col mondo non appena usciti dalla sala; un messaggio di speranza, di amore, di civilt .

Nelle foto, il regista, la proiezione e l’applauso del pubblico

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