In questa avvampante estate l’aria refrigerante dell’isola non manca all’invito dei suoi tramonti. Siamo ai Giardini del Comune di Anacapri (foto) nella sera avanzante tra il verde delle memorie e il candore di busti che punteggiano il prato a ripercorrere i trionfi e i dolori della vita di  Vincenzo Gemito il cui genio- dono di nascita è lo  scotto da pagare alla creatività che urge nella mente, cercando di varcarne i confini. Le sue sculture trattengono lo spirito del tempo, testimoni di mondi diversi ma non meno complementari perché i pescatorielli e l’efebo dalle membra levigate sono espressioni dello stesso mondo di ieri nei suoi chiaroscuri e nelle sue tenebre, nella sua filosofia di dolore e di bellezza.
Un tramonto ardente come un’aurora, quella di Gemito, dove memoria e allucinazione si combinano nel loro intruglio esplosivo per contribuire alla sua leggenda, ma anche a quella follia che agita intorno le sue ali. Ed ecco il nostro artefice tra le due donne della sua vita con le loro prospettive implausibili, l’una sublimante ai limiti del sogno, l’altra ben salda alla realtà che esige il suo dare e il suo avere, i debiti e i crediti che ogni vita contrae con sé stessa e col mondo.
Spettacolo sobrio e raffinato, di una essenziale scenografia, un Gemito nel ventre di Napoli si avvale di un interprete collaudato, Mario Staiano, che ha in precedenti spettacoli dato vita ai personaggi simbolo dell’isola, fra i quali Axel Munthe nella sua veste di scrittore dal fronte, oltre che di appassionato esponente della cultura anacaprese degli anni d’oro dell’isola, di quelli che le consentono di diffondere tuttora la sua leggenda. Interpretano le due due mogli le bravissime  Elisa Flores, un’Ariel dalla leggerezza inverosimile e delicata e Maria Giusy Bucciante,  dalle molteplici espressioni imterpretative del viso e della bella figura.
La prima sembra prendere al suo laccio alato il passato e l’inesausto amore per condurli in un limbo noto a lei sola; l’altra, da suadente consigliera e compagna, non riesce a penetrare quel mondo che l’artista continua a frapporre tra sè stesso e quanto gli resta della sua vita e che l’arte gli ha costruito intorno, non consentendo alla sua luce se non qualche bagliore intermittente nella lunga notte che ne segna il confine.
Trama di vibranti emozioni è la bella e appassionata musica di Al Martino, che meriterebbe uno studio a parte sia per la sua vena musicale che per le sue perfette interpretazioni.
Chi narra è Ciro Giordano Zangaro,  che il giorno successivo intesserà,nello spettacolo sulla terrazza dell’Hotel San Michele un suo dialogo con la Sirena, interpretata dalla bravissima Bucciante, portando alla ribalta l’eterna leggenda di una città che qui vanta le sue origini musicali e l’immensa fioritura che ne è seguita  e che si à diffusa in tutta Europa e nel mondo.
Ancora due successi le due performance dell’Associazione Kaire, che prosegue nel suo programma estivo offrendo sempre nuove scoperte e nuove curiosità che sono le cifre identitarie dell’Isola più ‘azzurra’, di mare, di musica, di tradizioni, di storia, che si possa avere la fortuna di conoscere.
Per saperne di più
http://www.kaireartecapri.it/

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