Il Vesuvio è il cuore, è l’anima, è il sunto di tutti gli splendori del Golfo, è il rubino gigantesco che sta come il fermaglio in questa collana di perle composta dal cielo, forse per adornare il seno di Venere, e smarrita tra le alghe del Genio della spensieratezza. (R. Fucini). San Sebastiano al Vesuvio si trova alle pendici del Vesuvio ed ha il privilegio di un panoramico affaccio sul Golfo di Napoli. il suo è un territorio vulcanico che accoglie un fiore, la ginestra, simbolo di splendore e che partorisce talenti, come Irene Scarpato. Irene, come una ginestra, è un fiore timido, forte, bello, caldo e interessante.
INCONTRO CON LA TRADIZIONE POPOLARE
A soli diciotto anni, vuole dimostrare a se stessa e agli altri che può stare sulle sue gambe e allora viene a vivere da sola a Napoli; la mattina frequenta l’ Accademia di Belle Arti, il pomeriggio va a scuola di canto e la sera lavora per potersi mantenere. La prima volta che incontra la musica ha solo cinque anni, Irene ascolta “Quanno Nascette Ninno”, la sonorit  della tradizione popolare la emoziona e quell’emozione la custodisce in s. Quando frequenta la scuola media, l’insegnante di pianoforte intuisce che il canto può essere una sua forma di espressione, intanto lei sperimenta anche altro.
ESPERIENZA DI LIBERTA’
A dodici-tredici anni lavorando e dipingendo la creta trasgredisce alle regole del non toccare, non sporcare, non sporcarti… cos la manipolazione e la conseguente trasformazione della materia è una prima esperienza di libert  e anche una ricerca che rappresenter  e rappresenta il leitmotiv della sua crescita. Più tardi, anche Giosy Auriemma, sua insegnante di francese al liceo linguistico con la passione per il teatro, si accorge che la ha un bel timbro di voce, cos quando mette su una commedia musicale, portata in seguito anche al teatro Cilea, Irene vi partecipa come cantante, o meglio come interprete. In quell’occasione fa la sua prima registrazione in studio e la prima apparizione in palcoscenico. Voleva vivere il palcoscenico, sentiva che sarebbe stata una possibilit  di dire la verit  o di nascondersi, cos sceglie di vivere la musica come la sua ” verit  “.
AL POSTO GIUSTO
Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove frequenta il corso di moda e costume e dove si laurea come fashion designer e costumista per il teatro, cinema e televisione. Durante quegli studi ancora una volta un docente capisce che per Irene il canto è una vera possibilit . Cos il prof di filosofia la indirizza allo studio del canto alla scuola “Musicisti associati” dove finalmente può respirare la musica. Il passo successivo è la Mad school. Mad ossia Music Aptitude Development fondata da Valerio Silvestro (sassofonista, arrangiatore, compositore, didatta) è la struttura più grande della Campania e del Sud e rappresenta una valida alternativa alle proposte istituzionali come i licei musicali e i conservatori. Mad vanta un corpo docenti di fama nazionale e internazionale e rilascia titoli di studio riconosciuti da Music Academy Europe. Finalmente Irene si sente al posto giusto, studia jazz performing con Valerio Silvestro.
TITOLI DI CODA

Durante il percorso di studi incontra Marco D’Anna cantautore, e Alberto Santaniello chitarrista, diventano un gruppo e nasceTitoli di coda 8foto in alto. Quando a partire dal 2009 e in altre successive occasioni lavora come costume designer per alcune produzioni, rimane ad aspettare lo scorrere dei titoli di coda per vedere comparire il suo nome. Titoli di coda è quindi un’intuizione, un’esortazione a non fermarsi ai nomi più noti, quelli ci che fanno richiamo e che compaiono per primi. Nell’Album di esordio, per l’etichetta Full Heads, uscito a maggio dello scorso anno e che porta il titolo Stanza 223, i componenti del gruppo raccontano storie di vita con il loro linguaggio e le loro immagini e lo fanno con molto impegno, consapevoli, come Irene stessa dice, che lo spettacolo è una cosa seria.
I LUOGHI DEL JAZZ
Le chiedo quanto è difficile fare musica a Napoli? Lei mi risponde troppo. Oggi prosegue la sua formazione musicale al Conservatorio di San Pietro a Majella in una specialistica di due anni in jazz. Questo genere, basato sull’improvvisazione, la mette nella condizione di attraversare luoghi non battuti per sperimentare e sperimentarsi. Ecco, ritorna il leitmotiv, la leggerezza non le appartiene, Irene affronta le cose, le persone, gli accadimenti e l’arte come una continua ricerca e da fiore di territorio vulcanico quando le chiedo di rispondere velocemente alla domanda Se dico Napoli, tu che dici? Lei replica, Fuoco.
Attualmente è autrice e cantante (foto in basso) in un progetto, insieme al pianista Luigi Esposito, che contempla la lingua napoletana insieme alle sonorit  jazz ed etniche, i brani sono ancora inediti.

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