Tutto cominciò con una corsa nel parco. "In realt  il progetto era nell’aria da una decina d’anni" spiega Massimo Napolitano, titolare dell’Hotel Bellini (in via Costantinopoli 161, Napoli). Poi l’incontro con Cristina Falco, futura moglie, al Virgiliano "dove entrambi andavamo a correre".

Lui con un decennale sogno nel cassetto e il coraggio di lasciare la ditta di famiglia (da 120 anni nel campo dei materiali per l’edilizia). Lei, laureata in economia del turismo, nel settore alberghiero da tempo. "Capimmo che poteva essere l’opportunit  per entrambi". Nasce cos l’Hotel Bellini (una struttura 3 stelle di 50 camere, con sala riunioni, sala colazione e piccola ristorazione e cortile), un progetto, al momento unico, nel panorama napoletano un albergo d’arte contemporanea ospitato in una villa nobiliare del ‘500. Con uno sguardo rivolto ai talenti della citt  e, strategicamente, vicino all’Accademia di belle arti "a cui ci piacerebbe legarci".

Napolitano spiega la mission "Vogliamo portare nella nostra struttura pezzi di territorio e iniziative di artisti napoletani. Far girare opere che valorizzino la citt  e chi ci lavora". Come l’installazione (visibile, nel cortile, ancora per qualche settimana) "L’occhio vuole la sua parte" realizzata dai fratelli Scuotto della Scarabattola. "Sono il perfetto esempio di iniziative di giovani napoletani che hanno successo, evolvono, guardano fuori". O Alessandro Cocchia che ha curato la comunicazione dell’hotel, lasciando il suo segno tangibile anche sui muri e sui numeri delle camere.

"Alessandro prima di tutto è un amico, poi ha un segno grafico inconfondibile. Ci piaceva l’idea di lasciargli degli spazi, dove anche con il solo pennarello poteva tracciare ciò che voleva".

La fruizione delle opere, al momento, resta possibile solo ai clienti. "L’albergo è una realt  particolare, bisogna sempre preservare l’ospite. In futuro daremo la possibilit , su richiesta, di visitare le opere. Al momento è possibile vedere il cortile".

La commistione contemporaneo/classico non è sfida facile. "La trasformazione è stata delicata. Sono stati preservati tutti gli elementi archi, volte, parti in pietra, scale e riportati gli ambienti alla distribuzione di un tempo, fatta eccezione per le camere che avevano bisogno di una disposizione "da albergo". E abbiamo inserito in diverse parti della struttura, alcune maioliche che i lavori hanno riportato alla luce. Gli elementi classici sono esaltati dalla semplicit  e la linearit  del resto che abbiamo aggiunto che è moderno, di design e rende giustizia a quello che è rimasto dell’epoca.

La struttura rappresenta anche una svolta occupazionale, peraltro in un periodo non facile. "Abbiamo puntato molto sui giovani. Al momento siamo una quindicina, compresi me e mia moglie". Il cliente tipo? "La borghesia mitteleuropea, interessata alla scoperta della citt . Che ha studiato un itinerario. Abbiamo istruito il nostro personale per fornire corretta assistenza al turista. Non siamo qui solo a far dormire la gente, ma per interpretare il territorio nella miglior maniera possibile".

In foto, l’Hotel Bellini

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