C’è un’Africa di cui ci si dimentica spesso. E’ quella non violenta, povera, malata, ma ricca di risorse umane. Di giovani che desiderano studiare e crearsi un futuro, mentre molti del viziato Occidente quel diritto all’Universit  lo considerano scontato. A questo Continente in cerca di un nuovo orizzonte appartiene il Benin (Africa equatoriale). E’ il paese messo a fuoco dalla mostra fotografica "Enfance au Bnin" di Giovanni De Giovanni che si inaugura luned 7 dicembre, alle 17, al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli (via dei Mille 60, fino al 13 dicembre). Immagini che sono anche raccolte nel libro dal titolo omonimo (pubblicato da Rogiosi editore), accompagnato dagli interventi di Maurizio De Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Roberto Pennisi di Mosi Cical Onlus. Il volume sar  presentato venerd 11 dicembre alle 17.15 in un incontro cui parteciperanno Giovanni de Giovanni, Maurizio de Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Simonetta De Chiara Ruffo.
Il giovane fotografo spiega come è nato il suo suggestivo itinerario visivo «Da sempre appassionato di fotografia, mi sono concentrato ancora di più su questo amore incontrando Sergio Siano e Roberto Stella, docenti del corso di fotografia di base e fotoreportage dell’associazione UpNea. Alla festa di laurea (in ingegneria aerospaziale) mi è stata regalata una macchina professionale e ho cominciato a pensare di sviluppare un progetto. L’occasione si è presentata quando mio fratello Roberto ha conosciuto il dottore Pennisi dell’associazione Mosi Cicala Onlus. Da 15 anni il dottore organizza spedizioni a scopo umanitario in Bnin, centro Africa, dove con volontari medici e studenti di medicina coopera con l’ordine di suore camilliane del posto. Quando mio fratello mi ha detto che sarebbe andato, ho subito voluto incontrare il dottore per chiedere se ci potesse essere spazio per un fotografo. C’è stata subito sintonia e condivisione d’intenti, quindi ho deciso di organizzarmi e partire. Un viaggio di due settimane tra Bnin e Togo, io, mio fratello con Pennisi e altri splendidi compagni di viaggio il medico Stefania Gatto, gli studenti in Medicina Margherita Medugno e Paolo Borrelli e la giornalista Francesca Cimmino».
Nei suoi scatti emerge un mondo bambino, innocente, sotto tiro. Quello dove opera l’associazione Mosi Cicala Onlus, una bella realt  creata da un gruppo di medici e amici volontari sin dal 2002, impegnati nel sostenere e sviluppare l’ospedale La Croix dei Padri Camilliani e la missione delle “Figlie di San Camillo” a Zinviè.

Nelle foto, gli scatti in mostra al pan e la copertina del libro

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