E’ un viaggio nella memoria lo spettacolo tratto da Il racconto di maggio di Maricla Boggio, che Fortunato Calvino ha messo in scena all’Accademia di belle arti di Napoli nell’ambito della rassegna il maggio delle belle arti. Un omaggio a Primo Levi con i giovani Luisa Corcione, Ivan Improta, Antonella Mauro, Rossella Sicignano e Dario Capasso, Teresa Espinosa De Manero, Alessandro Guarini, Amelia Pennacchia, Nunzia Serritella, Manuela Tarantino, David Natale. Un testo, rielaborato e diretto da Calvino, composto di quadri scomponibili, che uniti drammaturgicamnte, rappresentano il viaggio di un gruppo di ex deportati al campo di sterminio in cui erano stati prigionieri durante il periodo nazista.

“Siamo in molti ( ma ogni anno il nostro numero diminuisce) a ricordare il modo specifico in cui laggiù’ temevamo la morte se morremo qui in silenzio come vogliono i nostri nemici, se non ritorneremo, il mondo non sapr  di che cosa l’uomo è stato capace, di che cosa è tuttora capace il mondo non conoscer  se stesso (…)”. Primo Levi.

I sopravvissuti accompagnano un gruppo di giovani, trovando rinnovata forza per raccontare la loro terribile esperienza offrendola loro perch non si lascino catturare da analoghe e nuove ideologie di morte.”La dimensione del ricordo sviluppato da uomini e donne nel rivedere i luoghi della deportazione consente allo spettatore di formulare un giudizio critico, pur coinvolgendolo nell’emozione di vicende che riemergono dal passato, con la minaccia di potersi ripresentare se la sete del potere e la violenza che la accompagna tornassero a prevalere. spiega l’autrice – Ricordi atroci e momenti d’intensa pietas riemergono dopo anni di silenzio, in cui pareva a tutti di aver dimenticato quel periodo disumano parenti e amici hanno voluto evitare di conoscere davvero quanto avessero patito i loro cari”.

“La rappresentazione assume una forza visiva di drammatico impatto attraverso le visioni di efferate crudelt , in cui i protagonisti rivivono la loro storia apparendo con i segni delle torture subte. spiega il regista – Nella necessit  di far conoscere ai giovani di oggi la testimonianza dei sopravvissuti allo sterminio si concretizza la ragione primaria di questa rappresentazione”. Un’avventura durata sei mesi, in cui il regista ha lavorato con gli studenti fino alla messinscena dello spettacolo.

“Ciò è stato possibile grazie alla partecipazione e all’entusiasmo creativo dei giovani dell’Accademia di Belle Arti di Napoli., conclude Calvino. Un grazie particolare va al professor Angelo la Fera e a Maricla Boggio, che con la sua sensibilit  ha affrontato questo viaggio nella memoria e nel dolore”.

In foto, Fortunato Calvino

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