Un recital pianistico è sempre un evento, vuoi perch ha al centro lo strumento principe, vuoi perch il repertorio per la tastiera bianconera è sterminato e variegato come quello di nessun altro. Se poi al pianoforte siede un virtuoso colto e raffinato come Michele Campanella, se il pianoforte è uno Steinwey & Son’s del 1892 di pregiata fattura, se il programma è interamente dedicato a Liszt e se, infine, la cornice dell’evento è il San Carlo, ebbene allora, siamone certi, siamo testimoni di un fatto straordinario.

Campanella condivide con Liszt la parabola artistica, che procede dall’ardore giovanile alla compostezza della maturit . Le sue interpretazioni di qualche decennio fa erano s brillanti e sempre assolutamente convincenti, ma talvolta risentivano di quella possanza del suono che non di rado sfociava in un virtuosismo che quasi poneva in ombra l’anima, senza mai zittirla, tuttavia. Il Campanella di oggi domina la tastiera ancor più di prima e, in più, incanta per quella sua straordinaria dote di scolpire le note che si stagliano su tappeti di suoni di velluto, come nello Sposalizio dal secondo volume delle Annes des pèlerinage. L’anima inquieta e curiosa del viaggiatore romantico esplora la Penisola leggendo le opere degli artisti e dei poeti che l’hanno reso gloriosa. Dopo i primi tre pezzi dedicati a Raffaello, Michelangelo e Salvatore Rosa, il trittico di pezzi su sonetti del Petrarca prelude all’ardita e complessa Fantasia quasi Sonata "Dopo una lettura di Dante". Alle sonorit  raccolte dei brani della maturit  del compositore presentati nella prima parte del recital corrispondono le ampie volute di alcune tra le pagine più dense di Liszt, che il pianista napoletano legge con lucidit  e rigore filologico, connotando con il suo inconfondibile nitore perlaceo le volatine gli arpeggi le scale cromatiche le doppie note, che fanno da sfondo a melodie sublimi che il pianoforte antico fa ascoltare con la sorprendente novit  che il passato sa offrire più e meglio del presente, talvolta.

Meritatissimo il successo di pubblico che affollava il Massimo napoletano, splendido il bis, il " Chiaro di luna" di Debussy, offerto in una versione suggestiva, sobria, senza cedimenti, elegantissima. Campanella ha voluto dimostrare che Liszt è stato il primo impressionista. E c’è riuscito, perfettamente.

Nella foto, Michele Campanella

Prossimi appuntamenti con il San Carlo

10 dicembre 2010 Teatro di San Carlo

Mozart/Debussy

recital di pianoforte

pianista Aldo Ciccolini

dal 21 al 23 dicembre 2010 Teatro di San Carlo

Cherubini/Rossini/Schubert

direttore Riccardo Muti

Orchestra e Coro Teatro San Carlo

dal 29 dicembre 2010 al 3 gennaio 2011 Teatro di San Carlo

BERNSTEIN/GERSHWIN/ČHAIKOVSKIJ/RAVEL

direttore Daniel Oren

Orchestra Teatro San Carlo

LA NOTIZIA – PASSIONE TURTURRO

Da una settimana dall’uscita, la colonna sonora del film "Passione" del regista John Turturro, è all’ottavo posto nella classifica delle compilation più vendute della settimana. Nel primo fine settimana di vendita, il cd distribuito dalla Universal, è andato esaurito nei megastore napoletani della Feltrinelli e della Fnac. Tra i ventitre brani del film, la compilation contiene il brano napoletano più antico di cui si abbia traccia, il “Canto delle lavandaie del Vomero”, interpretato dalle giovani voci di Fiorenza Calogero, Daniela Fiorentino e Lorena Tamaggio. Nel docu-film “Passione” , presentato fuori concorso alla 67 Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale di Venezia, John Turturro, ribattezzato Giu , gira la scena del “Canto delle lavandaie del Vomero”, nella Piscina Mirabilis di Bacoli, dove le tre cantanti intonano a cappella il pezzo in un’atmosfera onirica sospesa tra sogno e realt .

Su internet, il cd è acquistabile direttamente on-line a prezzo speciale su IBS e contiene due successi targati Bideri: “‘O sole mio” in un medley che comprende due versioni vintage (Sergio Bruni e Massimo Ranieri) più quella inedita in arabo di M’Barka Ben Taleb e “Passione” interpretata da James Senese in una doppia esecuzione, strumentale e cantata.

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