Da quel manifesto, il suo sguardo intenso sul mondo. Fotografato da Mimmo Jodice, Gianni De Tora, pur senza l’inseparabile panama bianco,  è ancora presente tra noi grazie a quel manifesto che ne riprende  l’immagine per annunciare l’evento programmato per sabato 10 marzo (ore 17.30, fino al 14 aprile) a Palazzo delle arti di Capodrise (in provincia di Caserta) dedicato alle sue opere dal titolo “Spazio, geometrie del tempo”. L’iniziativa si inserisce nella rassegna “In cerca del padre”.
La mostra, curata da Michelangelo Giovinale, Tiziana De Tora, Marco Papa propone una riflessione sullo spazio urbano, attraversando i lavori dell’artista scomparso nel giugno del 2007. Senza poter vedere  le sue opere presentate,  proprio in quei giorni, alla 52° Biennale di Venezia, con il Milan Art Center, nella mostra “Camera 312- promemoria per Pierre” , dedicata a Pierre Restany.
Fondatore del gruppo “Geometria e ricerca” negli anni ’70, con  Barisani, Di Ruggiero, Tatafiore, Riccini, Testa e Trapani, continua a essere un protagonista del’arte contemporanea internazionale grazie alla figlia Tiziana e alla moglie Stefania che  ne promuovono l’identità artistica. E questa iniziativa conferma che la sua eredità offre spunto di riflessione alle nuove generazioni.
Un appuntamento importante con la sua arte che s’interroga sul senso della vita, sul presente, sul futuro, nell’indagine incessante dell’infinito e dei suoi segni. La razionalità della composizione  lascia tuttavia allo spettatore sempre una sensazione di libertà senza tempo.

Qui sopra, la locandina dell'evento con il ritratto di Gianni De Tora. In alto, l'opera "Zikkurat" del 1984
Qui sopra, la locandina dell’evento con il ritratto di Gianni De Tora. In alto, l’opera “Zikkurat” del 1984

Nel testo che accompagna l’esposizione, Giovinale  definisce la sua opera  «espressione di una complessa equazione, tra due contenuti o, meglio ancora, incognite, quasi sempre variabili fra l’uomo e lo spazio». Il dialogo è incessante, serrato, intenso. Fino all’ultimo, De Tora  sarà guidato dalla curiosità: il suo viaggio a New York, prima dell’addio al mondo, conferma la volontà di guardarsi intorno, progettare, esplorare con il naso rivolto all’insù, verso dimensioni sconosciute e perciò affascinanti.
Era un uomo sorridente, Gianni, felice di avere tra le mani l’unica salvezza possibile dalle brutture di una realtà compromessa e ipocrita: la creatività. Che lo rendeva autonomo. E  lo  spingeva verso i giovani, convinto che tutti i ragazzi, anche  quelli che non frequentavano il liceo artistico, avessero bisogno di un’educazione  visiva approfondita per poter meglio comprendere il mondo e i suoi misteri. E aspirare all’armonia della pace.
La mostra richiama l’attenzione, in particolare, sulle sue ultime opere, tra cui “Art for peace” e “The World”. In carta intelata, della serie sull’America, realizzate con la figlia.
Per rendere ancora più viva la sua presenza,
sarà esposto il tavolo dove lavorava, su cui restano  tracce del suo percorso artistico, tra annotazioni su fogli e frammenti di colore.
La mostra, realizzata anche grazie alla collaborazione con ArtStudio’93, che intende sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche di attualità attraverso la promozione di eventi di arte, ha il patrocinio dell’Ordine degli architetti della provincia di Caserta e  della sezione casertana di Italia Nostra.
Sullo sfondo dell’esposizione, sabato 24 marzo, alle 17.30,  si parlerà de  “La città visibile: verso Capodrise contemporanea”. Un’occasione per presentare l’opera di Ugo Cardasco donata alla città. Sarà inoltre proiettato il cortometraggio in cui Tiziana racconta un Gianni De Tora inedito.

 

 

 

 

 

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