Mi sono sempre chiesto perch nelle soap opera e nelle fiction, le donne, gli uomini, dottoresse, medici, operai sono tutti belli, favolosi, si svegliano al mattino, denti bianchi, niente carie o tartaro, non un capello fuori posto, sembrano essere appena usciti dal parrucchiere, gli uomini sbarbati, pigiami stirati e lindi, mai lenzuola sporche o macchie. Si baciano appassionatamente, come se fossero appena usciti dalla doccia, denti lavati e labbra lucide.
Ma le vere realt  sono quelle che hanno proposto in una conferenza stampa, coordinata da Antonio Puzzo, nel foyer dell’Audiorium del Centro di Produzione Televisivo RAI di Napoli per presentare il quinto Festival del cinema dei diritti umani, dal 5 al 17 novembre 2012.
La conferenza è iniziata con la proiezione di un cortometraggio “Facce del mondo, volti della sofferenza”. Dopo le presentazioni degli ospiti relatori, ha preso la parola Francesco Pinto, direttore del Centro di produzione RAI Napoli. “Un Festival difficile da organizzare, un Festival senza lustrini e pailette, saremo molto attenti e presenti, seguiremo giorno per giorno le varie attivit  sostenendo la manifestazione con i nostri mezzi di comunicazione”.
Si è molto parlato di diritti all’informazione, diritti all’assistenza, al lavoro e alla maggiore visibilit  da dare alle problematiche del territorio. I diritti umani non devono essere mai scontati, come il recupero alla dignit , le violazioni, le migrazioni, le espulsioni dalle proprie terre, tematiche spesso messe sotto scacco. Questo Festival vuole essere una festa di cultura e civilt .

Due settimane di proiezioni accompagnate da incontri, dibattiti, reading, mostre e performance sui diritti universali organizzate in cinema, sale non convenzionali, biblioteche, universit  e scuole pubbliche. Tra i numerosi ospiti, testimoni di diritti negati provenienti dai quattro angoli del mondo, autorevoli giornalisti e sociologi.
Due concorsi, di cui uno per i cineasti e uno riservato alle scuole.

Arrivano a Napoli importanti documenti sull’emigrazione a cura della Cineteca di Bologna. Ritorna la presentazione dell’Atlante dei Conflitti. In più, una finestra su Buenos Aires per raccontare la situazione dei diritti vista dall’altra parte del mondo. Tra gli ospiti, il gruppo degli A ’67 con lo spettacolo "Scampia Trip".

Una rassegna di cinema e di riflessione sui diritti universali, sul nostro modo di vivere gli anni della crisi globale un invito per la comunit  partenopea ad animare le proiezioni, i dibattiti e gli eventi in cartellone. Questi i punti chiave del Festival giunto alla sua quinta edizione con il patrocinio del sindaco e del Comune di Napoli e realizzato grazie al lavoro volontario di decine di associazioni napoletane, coordinate da “Cinema e Diritti” presieduta da Maurizio Del Bufalo, coordinatore della kermesse, e impegnate quotidianamente nei quartieri della citt  e nei Comuni della sua provincia.

Antiche dimore, storiche sale cinematografiche, scuole pubbliche, aule universitarie e piccole sale di incontro, disseminate nel centro storico del capoluogo campano e nei comuni dell’hinterland, cattureranno i colori e i suoni del mondo, in una kermesse di straordinaria complessit  che alterner  storie di casa nostra a immagini e testimonianze di lontane comunit . Incontri con le scuole per proporre metodi alternativi di educazione, dibattiti con registi, esperti e testimoni nelle serate. Fil rouge i due concorsi cinematografici, uno dedicato a cineasti che hanno saputo dipingere gli aspetti dei diritti umani violati e l’altro all’identit  del territorio raccontata dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado della Regione.

Il Festival, sin dal 2010, fa parte dello Human Rights Film Network, la rete che unisce oltre 30 festival di Cinema e Diritti Umani di altrettante capitali culturali del pianeta,

Per informazioni dettagliate sul calendario
www.cinenapolidiritti.it

Nelle foto, il logo dei concorsi e un’immagine emblematica di Maria Di Pietro sul lavoro a Castel Volturno

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