Degli avvenimenti che hanno sconvolto il quadro politico italiano a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta è possibile dare svariate letture. Tra le tante analisi portate avanti dai politici protagonisti di quell’epoca, dai loro detrattori e oppositori e dai media, sicuramente quella proposta dall’ex ministro del P.S.I. Carmelo Conte è la più originale e quella più squisitamente “politica”. Con il suo ultimo libro “Dal Quarto Stato al Quarto Partito” (Rubbettino editore, 15,00 €) che presenta oggi (marted 19 maggio) a Napoli, ore 17, 30, all’Universit  Parthenope (in via Acton 23), l’ex potente ministro socialista, delinea uno scenario dal quale emergono due fattori scatenanti la crisi politica della Prima Repubblica il primo è costituito dalla volont , manifestata nelle segrete stanze del potere, del grande capitalismo italiano di impadronirsi del potere, scrollandosi di dosso il “peso” di una politica accusata di essere burocratizzata, lenta, incapace di servire le grandi imprese, schiava delle clientele.
A riguardo, Conte riporta, gi  nella quarta di copertina, un aneddoto che ha come protagonisti Enrico Cuccia, presidente di Mediobanca e ras dell’alta finanza italiana, e l’allora Primo ministro italiano, Bettino Craxi, alla vigilia delle vicende che lo porteranno all’esilio di Hammamet.
L’incontro tra i due, spiega Conte, sarebbe avvenuto alla presenza di un noto imprenditore italiano, e avrebbe avuto ad oggetto un nuovo e più incisivo intervento del capitalismo italiano nelle vicende politiche.
Il progetto Cuccia consisteva nel “sostituire all’agire dei partiti l’agire del mercato”, rimarcando dunque il ruolo propulsivo esclusivo dei grandi finanzieri e imprenditori, proponendo un avanzamento in termini di lotta di classe vera e propria e di rappresentanza, e lanciando, infine, l’attacco fatale al sistema politico-economico del paese, provocando il collasso del sistema dei partiti e la discesa in campo di nuove forze allineate al progetto.
Il secondo fattore rimarcato da Conte è il ruolo strumentale della magistratura, che non andrebbe vista come quella forza che, a colpi d’indagini, avvisi di garanzia e condanne, ha scardinato un sistema di potere, clientele e malaffare che non ha avuto eguali in Europa, ma bens come una forza secondaria, una seconda linea che ha ben operato, a volte, in altri casi ha commesso gravi errori, ma che comunque non è stata capace di incidere sul nocciolo del problema.
E ciò è avvenuto, non per incapacit  dei giudici, ma perch il loro ruolo non è di entrare nelle dinamiche della politica.
Il cambiamento, nell’analisi, di Conte è stato determinato dalla politica stessa, e lo scenario istituzionale è mutato perch sono mutate le forze in campo, perch il proponente (Enrico Cuccia) non si è fermato dinanzi al diniego del suo privilegiato interlocutore (Bettino Craxi) ma ha preferito andare avanti, consapevole di avere tra le mani gli assi vincenti, cosicch le monetine fuori l’Hotel Raphael del 30 Aprile 1993 smettono di rappresentare semplicemente la rabbia e lo sdegno popolare e divengono atto conclusivo di un progetto politico, architettato ad arte e portato a compimento con pazienza certosina. E c’era un tempo in cui le rivoluzioni le faceva la gente.

In alto, la copertina del libro

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