Hanno siglato una pace recente, Francesca & Candy. Dopo un po’ di contrasti. Francesca, nata sotto il segno della Vergine, è precisa e pignola. Candy è l’altra sua met , quella tracciata dall’ascendente Scorpione seducente e misteriosa, ma anche esuberante e giocherellona, sar  forse per la prima casa astrologica in Sagittario. Francesca di cognome si chiama Filardo. Candy, invece, ha completato il nome d’arte che in italiano suona “caramella” aggiungendo “Bloom”, rigorosamente maiuscolo per sottolineare che è una caramella s, ma in fiore, puntando su un valore onomatopeico. Il suono stesso della parola indica qualcosa di prorompente, un vero e proprio boom di sensualit  e soffice procacit .
CAF CHANTANT
Poco più di quarant’anni portati con freschezza e disinvoltura, Francesca, dopo un lungo cammino da costumista e artista poliedrica, incontra sulla sua strada il burlesque. E’ un caldissimo pomeriggio estivo quando ci incontriamo in un caffè del centro commerciale di Napoli, tra piazza Carit  e via Toledo, di quelli insopportabili, che tolgono il respiro. Francesca arriva in scooter, qualche ora prima di andare in scena al Primo, interessante minipalcoscenico dei Colli Aminei, per lo show di Rosario Ferro che ha pensato di trasformare il teatro in Caf Chantant. Ma anche l’aria condizionata ci rema contro, mollandoci durante l’intervista con i suoi umori discordanti. Tuttavia, non ci facciamo scoraggiare dall’afa che a breve irrompe anche nella saletta, continuando a parlare.
AGO E GOMMAPIUMA
Francesca racconta di quando è bambina e trascorre tutti i fine settimana dalla nonna (materna) sarta, Maria, che le insegna a cucire. Gi  a sei anni l’ago è il prolungamento della sua fantasia. Poi a scuola, all’istituto d’arte Boccioni, impara a disegnare e a tagliare quei costumi che saranno selezionati dai docenti per partecipare alla sfilata del Carnevale di Viareggio o Venezia. Se ne ricorda uno in particolare, dalle forme strane, in tessuto e gommapiuma, materiale che utilizzer  successivamente per i suoi quadri (alcuni li ha esposti nel 2010 per la mostra Ipnoarte nella chiesa di san Severo al Pendino in via duomo con il patrocinio del Comune).
TRA I BAMBINI DELLE ANDE
La sua passione da costumista (ereditata da uno zio stilista con azienda romana) la sviluppa nella sartoria Zambrano e poi ne crea una sua, presa di mira, come tante altre imprese, dalla crisi finanziaria che minaccia di sgretolare il suo sogno. Non è un bel periodo per lei che, malgrado gli sforzi, si sente sotto il tiro delle difficolt . Nel 2011 il suo ottimismo vacilla, affondato dalla perdita del padre. Decide di regalarsi una pausa, dedicandosi ai bimbi orfani di una missione peruviana, sulle Ande. La raggiunge con due amiche, in un pullmino tra tornanti pericolosamenti adagiati sul vuoto, tanto angoscianti da farle pensare che non riuscir  mai ad affrontare il viaggio di ritorno.
ESERCIZIO DELLA SEDUZIONE
Intanto, nella sua esperienza di costumista si è affacciata l’arte del burlesque, esercizio della seduzione in chiave ironica. Uno spogliarello/spettacolo annunciato più che compiuto dove la femminilit  esplode in armonia con il proprio corpo e dove ci si sente a proprio agio nell’ondeggiare della vita. E’ affascinata da corpetti, lustrini e paillettes. Vorrebbe frequentare qualche corso, si informa ma non trova nulla. Su Facebook cerca contatti con protagoniste di quel mondo. Finch un giorno non le arriva la telefonata dal Mumble Rumble al Vomero il proprietario, per il quale ha gi  confezionato costumi, le chiede accessori per due performer milanesi (dal nome francese) che terranno un corso da lui. Lei si propone anche come truccatrice, abilit  sviluppata nel suo lungo percorso teatrale. Assiste, cos ai 4 incontri. All’ultimo les sourcieres sucrees le dicono «Fallo pure tu almeno una volta».
ARMONIA IN MOVIMENTO
Si mette allo prova davanti agli specchi, lei che gi  ha grande familiarit  con danze latino americane e tango argentino. Comincia a piacersi, riflettendo su come l’immagine di ognuno di noi in movimento sia differente da quella fissa catturata, per esempio, in una foto muovendosi ci si esprime attraverso la propria personalit  in una completezza che supera ogni singolo difetto. Ed è un pensiero che la illumina facendole scattare il desiderio di farlo sapere a tutti ciascuno è perfetto cos come è, nel movimento non c’è niente di troppo. Un’intuizione che conserva nell’archivio della mente.
IL DEBUTTO IN SCENA
Quando rientra a Napoli, dopo l’intervallo peruviano, ritrova al telefono Fanny Damour che le dice «Inizierò un corso la settimana prossima. Vieni?». Cos Francesca si tuffa nel burlesque al Dark Club Arcadia (nel centro storico) per qualche mese, approdando al saggio finale. Invitati speciali, tre amici e la mamma. Arrivano richieste di bis. Infine, la titolare del locale le chiede di riprendere da sola e dopo l’esibizione la invita alla serata che organizzer  a Halloween sotto il segno del burlesque. Il             6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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SCRITTRICE DI RACCONTI
Con Fanny e Roby Roger fonda il gruppo Burlesque Napoli dove resta fino a due mesi fa per ricominciare da sola con il marchio Art burlesque Napoli, pensando a nuove collaborazioni e a lezioni di burlesque in autunno. Il caldo nella saletta diventa intollerabile. Pochi minuti ancora per parlarmi di un altro grande amore, la scrittura con il marchio editoriale Homo scrivens firma “La favola di Martuccio” ispirata da Boccaccio e, nel linguaggio puffesco riscrive il componimento poetico di Cielo d’Alcamo, esponente siciliano della poesia giullaresca, intitolandolo “Puffa fresca aulentissima”. Irresistibilmente attratta dal lato comico della vita che la spinge senza tregua sul binario della sperimentazione. Ci salutiamo con il sorriso di un entusiasmo contagioso. Che lascia nell’aria un (giocoso) insegnamento a tutte le donne «Guardatevi con un altro occhio. Mettetevi a nudo e vogliatevi bene». Ciascuna è bella a modo suo.

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Nelle foto, in alto, e nella prima in basso, da sinistra, Francesca Filardo in scena come Candy Bloom. Nelle altre due immagini, mascotte e abito d’epoca da lei prodotti. Francesca ha realizzato i costumi di Mario Scarpetta fino alla sua scomparsa. Tra gli attori con cui collabora come costumista, Lino D’Angiò e Nello Mascia

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