Chi può dire cosa sarebbe riuscito a produrre e reinterpretare Keith Haring se non fosse morto a soli 31 anni? .. dopo Picasso, Matisse, o Alechinsky, quanti stimoli e opere d’arte avrebbe fatto rivivere con il suo stile unico? Per l’occasione Domus Artis Gallery è lieta di ospitare “Omaggio a Keith Haring”, una selezione di opere dell’artista statunitense a cura di Andrea Ingenito, oggi, venerd 26 novembre (ore 18,30) nella sede della galleria in via V. Cuoco 4 a Napoli.

Domus Artis è una societ  che si occupa di intermediazione d’arte moderna e contemporanea su tutto il territorio nazionale. In mostra circa trenta lavori in cui le celebri figure danzanti, gli animali e il “radiant baby” di Haring si alternano e si rincorrono, in composizioni spesso ironiche e paradossali. I suoi graffiti, tracciati inizialmente nelle stazioni della metropolitana newyorchese, sono stati trascritti ed utilizzati nei contesti e sui materiali più diversi, confluendo ben presto in un linguaggio visuale universalmente riconosciuto.

Egli stesso ha spinto molti “nuovi” artisti ad una forma di linguaggio che fosse diversa dalle altre, non convenzionale. Le sue opere affrontano temi universali come nascita, morte, sesso e guerra, promuovono messaggi di pace e fratellanza, denunciano le conseguenze disastrose del nucleare e dell’uso smodato della televisione, piegando la pubblicit  a fini artistici e sociali. Nella sua breve ma intensa carriera (muore di Aids il 16 febbraio del 1990 a soli trentuno anni) Haring ha partecipato ai più prestigiosi appuntamenti internazionali. La vitalit  del suo linguaggio, il suo impegno nella lotta contro la discriminazione e l’Aids lo rendono un’icona universale del mondo contemporaneo.

Il concept della Domus Artis Gallery prevede l’alternarsi di mostre di artisti contemporanei con Omaggi, ovvero esposizioni di opere selezionate di maestri storicizzati. In due parole: Emozione e Investimento. La cornice ideale per fruire delle opere di Keith Haring non è infatti rappresentata solo dal “wild side” cantato da Lou Reed o dalle graffianti e cupe atmosfere dei Velvet Underground, ma soprattutto da una densa variet  di linguaggi “sub-urbani”quali la musica dance, la Street Art e la break-dance che, proprio nell’epoca di maggior attivit  dell’artista, conoscevano nuove forme stilistiche nella definizione di una loro specifica identit .”Haring non ha mai smesso di credere che l’arte fosse capace di trasformare il mondo, poich gli attribuiva un’influenza positiva sugli uomini.
“Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attivit  elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare” parola di Haring.

In foto, un’opera di Haring

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