“Mm’è arrivata, stammatina, na cartulina E’ na veduta ‘e Napule che mm’ha mannato mmmema…”. Poche parole, cariche di passione e di tristezza in una delle canzoni più celebri del repertorio della musica napoletana, sul tema degli emigranti “E soffro mille spseme, ‘ncore tengo na spina, quanno cunfronto ‘America cu chesta cartulina.”, sofferenza, voglia di tornare a casa, pur sapendo di non poterlo fare, l’amore per la propria terra, per la propria famiglia lasciata lontano.
“‘A Cartulina e Napule” (di Pasquale Buongiovanni e Giovanni De Luca) con un’enorme carica espressiva, una potenza che può essere espressa pienamente solo grazie a una voce passionale, carnale, capace di toccare l’anima di chi l’ascolta, la voce di chi ha vissuto l’esperienza dell’emigrazione sulla propria pelle, la voce di Gilda Mignonette.
Alla figura di questa donna, partita giovanissima per New York, diventata un’icona per tutti gli emigranti, italiani e non, tanto da essere stata proclamata “Regina degli emigranti”, è dedicato “Emigrante”, il nuovo album di Consiglia Licciardi, una delle voci più pure e più belle di tutto il panorama musicale non solo napoletano, ma nazionale e internazionale.
Presentato alla “Feltrinelli Libri e Musica” di piazza dei martiri, a Napoli, il disco, pubblicato dalla Phonotype Records, vuole essere un omaggio non solo alla divina Mignonette, ma anche a tutti quei napoletani emigrati a New York tra gli anni ’10 e ’50 del 900, un viaggio che ti cattura e ti trasporta in una dimensione antica, eppure modernissima, sulle sonorit  calde e profonde della musica classica napoletana.
Cos Consiglia spiega l’origine della sua nuova “creatura” Ho iniziato con il classico, ho sempre lavorato su partiture e cantanti d’epoca, cercando di cantare il repertorio napoletano da purista. Antonio Sciotti ha fatto una ricerca storica sui brani cantati da grandi personaggi come, appunto, la Mignonette, ma anche Laura Colombo e altri di Little Italy, in Italia erano praticamente sconosciuti. Ho voluto ripescare questi brani che fanno parte del patrimonio della musica napoletana ma che rischiavano di sparire e sarebbe stato veramente un peccato. “Emigrante” è un viaggio musicale, in omaggio alla Mignonette e a tutti i napoletani emigrati nella prima met  del Novecento.
Un viaggio alla scoperta di pezzi inediti per il mercato italiano?
Esattamente. Il primo brano, “A Luna e Napule”, dal punto di vista cronologico, è il primo canto d’emigrazione di successo, ovviamente nelle colonie di Little Italy siamo nel 1918. Altri brani trattano dell’emigrazione, di dollari, dell’amore delle madri lasciate a Napoli, del dolore del distacco. un disco che parla del passato, ma attualissimo, perch il tema dell’emigrazione è un tema importante del nostro presente.
Un ponte tra ieri e oggi?

L’idea era quella di un disco che , pur riferendosi al passato, non parlasse al passato, ma al presente. L’emigrazione c’è sempre, c’è sempre stata e ci sar  sempre. Sono semplicemente cambiate le direttrici non siamo più noi italiani ad emigrare in America, ma altri popoli a venire da noi. Il disco parla anche di loro.
Un omaggio a Gilda Mignonette…
Ho sempre ammirato questa donna, una persona interessante dal punto di vista vocale e dal punto di vista artistico. Una persona coraggiosa, perch è stata lei per prima un’emigrante. Interpretava le canzoni napoletane con un tale pathos, con tale carnalit , che la sua voce raggiungeva vette altissime di emozionalit . E, quindi, quando apprezzi cos tanto un personaggio storico, cerchi di farlo tuo, di rievocarne lo spirito. Lei sentiva il peso dell’emigrazione e io, che non sono un’emigrante, ho cercato di interpretare queste canzoni in modo adeguato, puntando a rievocare i sentimenti che lei ha voluto esprimere, quelli degli emigranti.
Un ritorno alle origini possiamo dire, per lei che, a un certo punto, si era allontanata dal classico napoletano…
Si cerca sempre il modo di evolversi, di fare nuove esperienze artistiche. A un certo momento della mia carriera, sentivo il bisogno di entrare in un mondo che fosse non completamente diverso, ma di respiro mediterraneo, musicalmente più attuale, che si avvicinava alla “World Music”. E da queste sperimentazioni, partite dal 1993 per una mia esigenza personale, sono nati “Alma Latina” e “Ariammore”, che hanno poi, in effetti, aperto la strada al genere della “Musica Mediterranea”. Però, anche questi due album sono cantati in napoletano, io non ho mai abbandonato la musica napoletana, è nel mio dna. Sono esperienze necessarie per crescere artisticamente, per raggiungere una maturit  artistica. Non a caso, ho fatto una tesi addirittura sulla musica celtica e la musica popolare irlandese fusa con la musica classica napoletana, sulla quale, sono sicura, farò un disco, ho gi  il titolo “Melos Antique”.
Nella sua carriera, ha incrociato la strada artisti come Roberto Murolo, Enzo Avitabile, Renzo Arbore, Enzo Gragnaniello, Gipsy Kings e Fran            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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 B   B îî B îè B îèî  w Bk Sinatra. Quale di questi l’ha colpita di più?

Con Roberto Murolo avevo un rapporto affettivo profondo, lui ricominciò con me a fare televisione dopo vent’anni, nell”89. Renzo ci permise di fare questo, ci apr la strada in televisione. Ovviamente incontrare Frank Sinatra e cantare con lui e per lui a un concerto in suo onore, duettando con lui, è stata un’esperienza incredibile, di quelle che ti segnano, che ti restano dentro. I Gipsy Kings li ho conosciuti durante l’esperienza di “Alma Latina” e il fatto che abbiano cantato e suonato con me nella registrazione del disco è stata una cosa ancora più straordinaria cantare con Andrè Reyes, con quella sua voce particolare, importante, è stato bellissimo.
Come crede si ponga la musica napoletana, attualmente, nel contesto internazionale? A volte c’è quasi la sensazione che sia un prodotto forzatamente di nicchia, nel senso che si possa ascoltare solo nel nostro paese o, addirittura, solo a Napoli.
Innanzitutto, si deve dare l’opportunit  agli artisti napoletani di esibirsi all’estero. Io ho fatto concerti all’ “Opera House” del Cairo, al “Centro de Congressos” a Madeira, per la televisione portoghese, quindi non proprio davanti a un pubblico di italiani, ho girato il mondo e che quando ascolta le canzoni napoletane, anche quelle sconosciute, che sono tante, il pubblico internazionale riesce a sentire la musica, a cogliere l’interpretazione e la gente si alza in piedi. Questo dice tutto la musica napoletana è universale. L’importante è che te ne diano l’opportunit , perch quando la proponi all’estero, in modo giusto e buono, la musica napoletana viene apprezzata, le melodie sono come quelle della musica classica, che è apprezzata in tutto il mondo. Penso che la musica napoletana sia come un “Lied” tedesco. Per quanto riguarda Napoli, è Napoli che dovrebbe dare agli artisti napoletani un aiuto, una mano per portare la musica napoletana fuori, in Italia e all’estero. Invece è come se avesse vergogna di se stessa, dei suoi artisti e non deve essere cos. Il “fado” portoghese è diventato patrimonio dell’UNESCO, ora, senza nulla togliere al portoghese e al “fado”, che è bellissimo, la musica napoletana non è da meno.
Potrebbe essere proprio la musica napoletana uno strumento di rivalsa per la citt  di Napoli, per rilanciare la propria immagine?
Assolutamente s. Se Consiglia Licciardi fa un disco come “Emigrante” per cercare di rivalutare il livello culturale della citt  in un momento, come questo in cui ci troviamo, in cui si ha l’impressione di stare toccando il fondo, credo che tutti lo possano fare. L’importante, ripeto, è che la citt  capisca i nostri sforzi e che ci dia una mano, ci segua e ci sostenga, perch chi vuole fare veramente cultura fa dei sacrifici enormi, fa delle ricerche storiche, propone progetti internazionali e la citt  deve rendersene conto, appoggiare queste iniziative e questi artisti. In poche parole, la musica può aiutare Napoli, se Napoli aiuta la musica, è chiaro.
Chiaro, chiarissimo, come il cielo e il mare di Napoli, quel mare che in tanti hanno dovuto attraversare alla ricerca di un domani migliore, lasciandosi alle spalle tutto, con una valigia sotto braccio e una canzone nel cuore, una canzone da “Emigrante”.

Nelle foto, Consiglia Licciardi e Gilda Mignonette

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