Dopo 30 anni, l’orrore viene raccontato. Chi non ha assistito al terremoto dell’80 non può comprendere cosa è stata questa catastrofe naturale. Tutti i giornali ne hanno parlato e l’Italia si è fatta sentire. Sono state scritte tante cose in merito, e anche molti film hanno preso come tematica questo gravoso evento.

Lo scosso della terra, ha suscitato emozioni e suggestioni, tanto da crearne un incontro per tutte quelle persone che vogliano assistere a questo evento. Si dice che un dolore se è condiviso sia meno acuto, e questa giornata ha come dovere quello di informare e di far vedere cosa è stato e cosa ha lasciato nel tempo il terremoto.

In scena al Pan (Palazzo delle arti di Napoli, in via dei Mille 60), domani, sabato 20 novembre (ore 17,30), un documentario forte, “Terremoto’80” (produzione Panamafilm), che ripercorre le conseguenze di quel terribile giorno. Si mettono in scena immagini, parole, pensieri, testimonianze per chi non ha vissuto quei momenti, è un modo per poter avvertire ciò che è stato e sentirsi più vicini ai protagonisti.

Il terremoto evidenza anche la denuncia di quel giorno, i soccorsi e gli aiuti, che aprono strade piene di domande alle quali si cerca sempre una riposta anche ora nel 2010. La cattiva manutenzione, la prevenzione e la tempestivit  sarebbero stati utili ad evitare tutto questo?

Una realt  odierna che si mescola con quel di un passato che non deve essere cancellato, ma deve servire a comprendere che quello che è accaduto può succedere ancora e che se vi fosse maggiore attenzione si potrebbero prevedere molte altre catastrofi.

Una serata aperta a tutti coloro che vogliono partecipare, dove sono i molti i temi trattati, oltre ad una percezione visiva, vi è anche una percezione uditiva e pare come se vi fosse la possibilit  di toccare quei posti, quei luoghi dove tante persone hanno perso la propria vita.

Sono in molti a ritenere che la camorra, nella forma organizzativa che oggi conosciamo, prenda le mosse esattamente dalla ricostruzione post-terremoto. C’è inoltre un filo diretto fra gli eventi di quegli anni e le recenti polemiche sulla protezione civile e sulle procedure emergenziali. Si tratta di un documentario che lascia parlare i protagonisti di quelle vicende, dove l’emozione è la componente primordiale.

In foto, un fotogramma del documentario

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