Nell’arte, territorio della libert  per eccellenza, ha senso parlare di divieto? E oggi, si può ancora parlare di “vietato ai minori”? E poi… cos’è davvero “vietato ai minori”? A queste domande hanno risposto più di trenta artisti nella mostra “Vietato ai minori”, inaugurata venerd 7 giugno alla galleria dei fratelli Scuotto, Essearte, in via Nilo 34 a Napoli. Ospite d’onore Betty Bee, una delle artiste contemporanee più conosciute e discusse a livello internazionale, con la sua opera “Tulipe”, gi  ospitata alla Biennale di Venezia.
Negli spazi della collettiva, gli artisti hanno esposto le loro opere, dando ognuno una personale interpretazione al significato dell’espressione “vietato ai minori”. I lavori sono stati raccolti in cubi di legno bianchi, tutti uguali, distribuiti lungo le pareti della galleria, all’interno dei quali si sono alternate pittura, scultura e fotografia. La creazione di uno spazio delimitato in cui inserire l’opera costringe lo spettatore ad avvicinarsi per cogliere pienamente la visione dell’artista in questo modo ogni cubo diventa una piccola mostra, una finestra sul pensiero dell’autore, un invito a guardare oltre, con uno sguardo che superi il mero piacere voyeuristico e spinga alla riflessione.
Sebbene il tema predominante sia la sessualit  e il divieto come protezione da un contatto prematuro con il mondo degli adulti, alcune voci si sono distinte, guardando il divieto da un’altra prospettiva. Ci si trova quindi di fronte a opere come “Je t’aime” di Domenico Balsamo, in cui bambine vestite da adulte sono racchiuse in sfere trasparenti, simbolo dell’infanzia negata e del divieto all’innocenza tipici della societ  americana, che attraverso l’esaltazione della perfezione nei concorsi di bellezza, mercifica il corpo, e trasforma le bambine in piccole Barbie, privandole della scoperta del gioco e catapultandole sotto i riflettori.
Diversa è l’interpretazione data da “Preservati” di Emanuele Scuotto, in cui una croce greca allo spettatore feti avvolti dentro preservativi appesi alla parete superiore un’opera che pone l’accento sulla questione della vita negata, del divieto di venire al mondo, a cui si affianca quella della vita tolta, nell’opera di Nicoletta Itto e Salvatore Scuotto, “My first rifle” (“Il mio primo fucile”), che rappresenta la scena del bambino americano che uccise la sorellina con un fucile. In questo caso la scena cristallizzata della morte è risaltata dal contrasto con un video che pubblicizza l’arma, proiettato sullo sfondo, che trasforma il significato stesso della parola “arte” che diventa negazione di se stessa un’ arte-cronaca che, fissando la scena lotta contro l’oblio della notizia, contro il “vietato informare”.
Tra i video proiettati sullo schermo si distingue quello di Marco Prato, “Magia sexualis”, ispirato da un romanzo di Sciascia dedicato all’esoterista Aleister Crowley, considerato il fondatore del moderno occultismo da alcuni e fonte di ispirazione per il satanismo da altri. Il video, che interpreta gli ultimi giorni di Crowley in Sicilia, è un insieme di immagini esoteriche basate sull’incontro tra la magia e l’energia sessuale. L’occulto e il proibito mostrano, in questo caso il loro lato più oscuro la sessualit  passa in secondo piano, messa da parte dalla magia nera perch, come spiega l’artista, “la parte vietata è l’elemento magico, il punto in cui, una volta attraversata la soglia, la magia può divorarti”.

DOVE Galleria Essearte, Via Nilo 34, Napoli
QUANDO marted-sabato, ore 11.00-13.30 e 16.00-18.30 ; negli altri orari su appuntamento
QUANTO ingresso gratuito
INFO 081.19330665, 347.1276800, 338.9492733>br> info@essearte.it – www.essearte.it

In foto, quattro opere in mostra

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