"Il Catalogo", drammaturgia e regia di Angela Di Maso, in scena al teatro Galleria Toledo fino al 26 ottobre, è una intrigante pièce che affronta una tematica complessa, quella della sterilit  della coppia e della conseguente volont  di adozione. Questo l’ordito di base entro il quale si sviluppano e s’intersecano argomentazioni ancora più profonde «Tratta di sterilit , ma quella riferita a una coppia impossibilitata ad avere figli diventa ben presto un appiglio per scandagliare altro, ci la sterilit  affettiva", scrive l’autrice nelle note al testo».
In un interno scabro, claustrofobico con pochi elementi – scatole di cartone, ad esempio, fungono da arredo di un immaginario ufficio in fase di trasloco a sottolineare la sottrazione, la volont  di compressione o di vuoto, (elementi scenografici di Armando Alovisi) – agiscono tre personaggi il signor Law (Massimo Finelli), e i coniugi Eric (Giuseppe Cerrone) e Rose (Patrizia Eger) Portman i quali si trovano in quel luogo perchè vogliono adottare un bambino.
L’azienda “sperimentale” diretta da Law è deputata ad aiutarli, superando ogni burocrazia e fornendogli un catalogo dove potranno scegliere il bambino subito. Ma la possibilit  di consultare il catalogo è sottoposta ad alcune regole.

Questo il "plot" di una intensa (lo spettacolo è in un unico atto)
pièce, raggrumata nell’essenzialit  e nel raggelamento delle emozioni che però ci sono, veicolate da un linguaggio e da una drammaturgia a tratti tagliente, ironica, densa, che ha la volont  di arrivare nel profondo delle cose.

un gioco al massacro di tragiche verit  nascoste,
che vengono fuori piano piano nel succedersi degli scambi verbali, di confessioni estorte con sottile ironia, in cui il fantomatico catalogo altro non è che escamotage per mettere in mostra tutte le miserie umane.
In questa costruzione scenica la Di Maso si ispira a una evidente passione per il teatro dell’assurdo. Un impianto scenico, infatti, che omaggia, a nostro avviso, il teatro di Samuel Beckett in particolare, senza dimenticare echi di un certo teatro espressionista o della crudelt  dei primi del ‘900.
Il tutto avvolto in una modernit  futuribile e/o futura, dove può accadere di adottare neonati dei quali gi  si conoscono quali saranno le attitudini e le passioni caratteriali esprimendo le proprie preferenze e/o sogni di genitori mancati, frustrati, attraverso il catalogo.

I tre attori in scena, si destreggiano in questo grottesco andirivieni di parole, vittime e carnefici al tempo stesso.

Il signor Law è configurato come un moderno "deus ex machina", cinico e divertito muove le fila dell’azione degli altri due personaggi, asserviti alla sua volont , che alla fine saranno come degli scatoloni vuoti, burattini senza fili, a cui è stato tirato via il dolore, la rabbia, la vita.
Un plauso va alla prova scenica dei tre attori ben governata, equilibrata ed essenziale e nello stesso tempo emozionale.
Tre anime, tre persone che interpretano lo spirito della pièce, calandosi nei loro personaggi con duttilit , senza mai perdere il ritmo dell’azione, nella minimalista rappresentazione della vita, dei sentimenti.

Parimenti la regia di Angela Di Maso, precisa, ricercata nella sua apparente semplicit , esempio di significativa e maturit .
Cos anche nella costruzione della scrittura drammaturgica di questa interessante prova teatrale.
Ancora suggestivo, avvolgente è il disegno luci, che si avvale della consulenza di quello straordinario mago e maestro delle luci che è Cesare Accetta, il suono (Andrews-Basinski), algido eppure sinuoso, che accentua il senso di vuoto, di assenza.
Giusti ed essenziali i costumi di Alessandro Varriale, ricalcano una scientifica cifra anonima delle presenze sceniche.
Calorosi applausi finali.

Fino al 26 ottobre
Galleria Toledo
Via Concezione a Montecalvario, 34, Napoli
081 425037 – 081 425037

Di seguito, dello spettacolo e dei personaggi interpretati parlano gli attori intervistati da Italo Pignatelli

Tre personaggi tra illusioni e verit 

Giuseppe Cerrone Eric, il mio personaggio, si nutre ancora di illusioni; incapace di lasciare una condizione di torpore che lo attanaglia. Quando, suo malgrado, si sveglia è ormai troppo tardi.
Il danno che subisce è irreparabile. Eppure è dolce, buone, innamorato…

Massimo Finelli Law è la Legge, per questo non ne sottost  ad alcuna. Non è un gioco di parole il legislatore è per definizione al di sopra delle leggi. Di fatto le infrange quasi tutte, dalla buona educazione ai limiti della genetica. Law, il venditore, incarna il doppio osceno del potere, la sua faccia nascosta. Il perverso ti dice"so io di cosa hai bisogno (per godere)". Il potere si arroga quotidianamente, con noi, lo stesso diritto di cur            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
BtnBBBBRpeBKKKBYBBTBB DBeS pHKBUNIONBLBB time Ba. Nei paraggi circola la tortura, un’arte maieutica, a suo modo. La funzione antagonistica di Law è di costringere la coppia a partorire i figli reali del loro rapporto, non quelli immaginati. I due farebbero bene a lasciarsi reciprocamente perdere e Law li avvicina alla verit . Il lieto fine sta in una frase di Giorgio Manganelli a proposito del matrimonio tra Sacher Masoch e Wanda, che fin con un divorzio "segno infallibile di un coniugio psicologicamente produttivo".

Patrizia Eger Il desiderio di maternit  di Rose la rende una donna in perenne stato di "attesa". La gentilezza e la modestia che "recita" sono abiti che nei mesi di gestazione del sogno diventano sempre più stretti e scomodi e se ancora li indossa è per convenienza. Il suo "parto" sognato è l’adozione di un figlio. Il personaggio di Rose è racchiuso in una frase chiave del testo; rivolta a Law, il venditore, dice "se voi potete darmi tutto questo, io sono disposta a fare tutto quello che è in mio potere per averlo". Resta orgogliosa e ostinata nel suo obiettivo, anche quando verr  messa alle strette, conservando una lucidit  e una calma sterili. Solo alla fine lo svelamento dell’essere infecondo che è, non fisicamente ma affettivamente, le far  perdere equilibri e certezze, facendola vacillare.

In foto, tre momenti della pièce

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