Sarà ventenne tra due anni, la collana Continents Noirs diretta da Jean-Noël Schifano. L’idea nasce nel 1999, quando lo scrittore, da poco tornato a Parigi, dopo due mandati da direttore all’Istituto francese sotto il Vesuvio (in quel periodo riceverà anche la cittadinanza onoraria), è su un aereo con l’editore Antoine Gallimard, in viaggio verso il Gabon. L’intuizione: raccogliere sotto un unico tetto il grande flusso letterario originato dall’Africa e dalla diaspora del suo popolo. Nel 2000 parte la grande avventura con la pubblicazione dei primi cinque volumi. La racconteranno  la prossima settimana a Napoli  lo stesso Schifano con quattro dei “suoi” autori.
Sarà un incontro a tappe, nell’ambito delle giornate dedicate alla francofonia, che comincia lunedì 26 marzo alle Università Federico II e L’Orientale, per poi proseguire, la mattina del giorno successivo, al Suor Orsola Benincasa  e concludersi nella tavola rotonda finale pomeridiana, alle 18, a Palazzo Grenoble, in via Crispi 86.
Solo una donna tra gli autori che affiancheranno Schifano, Gaël Octavia insieme a Théo Ananissoh, Gaston-Paul Effa, Mamadou Mahmoud N’Dongo, rappresentanti di un catalogo che oggi offre  più di cento titoli per circa cinquanta scrittori.
Classe 1962, Théo Ananissoh viene dal Togo dove è rimasto fino alla preadoloscenza. Si è formato a Parigi e dal 1994 vive e insegna in Germania, innamorato dell’opera di Thomas Mann. In “Delikatessen” del 2017 racconta il gioco di seduzione condotto dalla trentaduenne Sonia Sika, animatrice di una televisione locale che gestisce anche un bistrot.
E’ nato in Camerun, invece, Gaston-Paul Effa, docente di filosofia della Lorena. Tra i suoi libri, Rendez-vous avec l’heure qui blesse (Appuntamento con l’ora che ferisce), restituisce  la memoria a un paese colpito da amnesia, resuscitando la figura di Raphaël Élizé, primo sindaco nero di un comune metropolitano, morto in campo di concentramento a Buchenwald.
Anche cineasta e fotografo è il senegalese Mamadou Mahmoud N’Dongo che si autodefinisce uno scrittore d’espressione francese. Fresco di stampa il suo Western tchoukoutou, ambientato in Benin e  concentrato su tre personaggi che sono perfette repliche dal vecchio Far West.
Conosciuta soprattutto come drammaturga, Gaël Octavia esordisce nella narrativa in “Continents Noirs” con il romanzo La fin de Mame Baby (La fine di Mame  Baby) dove si incrociano quattro destini al  femminile i cui legami segreti vengono ricuciti dalla voce di Alina, infermiera a domicilio.
Nella foto, in alto, da sinistra Gaël Octavia e Jean-Noël Schifano. In basso, Théo Ananissoh, Gaston-Paul Effa e Mamadou Mahmoud N’Dongo
Per il programma dettagliato degli incontri
https://www.institutfrancais.it/napoli/continents-noirs

 

 

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