“Imbavagliati” è il titolo del primo Festival Internazionale del Giornalismo che vive al Pan Palazzo delle arti di Napoli (in via dei Mille 60) voluto dal Comune in questa ultima settimana di agosto. Evento simbolo (unico al mondo di cui rester  il sito) della cultura partenopea. Una sola parola esprime la tragica situazione in cui opera l’informazione nel mondo oppressa osteggiata dalle dittature in modo palese e subdolo dalle democrazie.
La nostra cultura non usa molte parole e anche nell’era barocca del’600 ha rifiutato allegorie e riferimenti mitologici ma ha evidenziato la realt  in pittura con Caravaggio con “Le sette opere di misericordia” e con popolani nel ruolo di Madonne, Santi, Angeli, la Scuola di Posillipo con vedute della citt , altri con ritratti di nobili realistici nelle sembianze, nature morte con frutta, verdure e pesci apparentemente appena pescati. Lo stesso stile nel teatro gi  nell’et  romana con le Atellane e i primi esempi di Pulcinella, servo gioiosamente furbo, e poi con le favole di Basile nel XVII secolo, Petito, Viviani, Scarpetta, Eduardo, Bovio, Bracco. Nella musica, definita erroneamente popolare ma con firme di poeti e musicisti noti, le sofferenze, delusioni, tradimenti tra amanti. Nel giornalismo la Serao con i “mosconi”.
Sul tema "Imbavagliati" si concentra la mostra (foto) del fotografo napoletano Stefano Renna che raccoglie il proprio lavoro realizzato in circa 20 anni per alcuni quotidiani napoletani «Nelle fotografie- spiega- ci sono le persone e la morte; quella violenta, quella pubblica e quella interiore Nelle fotografie ci sono le persone e la morte; quella violenta, quella pubblica e quella interiore. I volti incuriositi ed anche un po’ provocatori degli scugnizzi di Napoli, le espressioni sofferenti della gente di strada, la sguaiata irriverenza dei malviventi, il lutto, la vergogna, la sopraffazione, il sangue, la brutalit , la resa e gli altri sentimenti dell’universo camorristico. La fotografia per rappresentare il dramma di un’esperienza fortemente locale, strettamente legata a certi vicoli e quartieri della citt , come Scampia o Forcella. La fotografia per descrivere una realt  criminale, forse a lungo sottovalutata, in cui però si è costretti a vivere per una sorta di indigesto obbligo di omert , segretezza e di silenzio».

Gli imbavagliati ospiti del Festival sono giornalisti esiliati, carcerati, oltraggiati dai governi di alcuni paesi tra cui Gonzalo Guillen, Jeremias Marquines, Entrain Medina Reyes.
Roberto Saviano, minacciato di morte dalla camorra costretto da anni a vivere scortato lontano da Napoli, è stato presente in video. L’evento è una risposta non violenta alla recente aggressione di Alessio Viscardi, napoletano, impegnato in un servizio inchiesta e un ricordo di Giancarlo Siani ucciso per aver svelato traffici illeciti della camorra. Anche la mafia non si limita alle minacce e preferisce uccidere. Esempi di giornalisti allontanati dalla RAI e Mediaset per satire sui governanti passano sotto silenzio.
Sabato 29 agosto, a chiusura della mostra di foto e del Festival, sar  ospite d’onore al Pan Al Lmrabet, giornalista di testate satiriche in Marocco, espulso dal Governo e dall’Ordine dei giornalisti, che ha vissuto in Spagna e ora ha smesso lo sciopero della fame durato 30 giorni presso l’ONU di Ginevra, per venire a Napoli accompagnato da Nicola Quatrano, giudice e presidente dell’Osservatorio internazionale dei Diritti. Il giornalista è stato ricevuto in sala giunta, dal vicesindaco Raffaele Del Giudice e dall’assessore alla cooperazione decentrata Sandro Fucito(ultima foto in basso a destra).

Per saperne di più
imbavagliati.it/eventi

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