Ogni giorno, in Italia, un lavoratore su venti si occupa di turismo: oltre un milione di cittadini quotidianamente si impegnano di accogliere, promuovere o portare in giro nel mondo i viaggiatori di tutti i paesi. Ma si occupano anche di trasporti, comunicazioni, consulenze economiche e finanziarie, organizzazione di eventi, promozione pubblicitaria. Una grande rete’, fisica e virtuale, che ruota sugli spostamenti di corpi e menti che hanno sete di conoscere. Perch in fondo il viaggiatore è sempre Ulisse, in viaggio-sfida verso l’ignoto.
Questa percentuale di lavoratori (5%) si alza notevolmente in una regione come la Campania. Una regione che da sempre ha una spiccata vocazione turistica, e in particolare una vocazione per il turismo culturale. Una vocazione spesso dimenticata o trascurata da una classe dirigente e politica, ma anche da un popolo che non solo non si è mai seriamente impegnato a promuovere i flussi turistici, ma talvolta si limita a tollerare’ che cittadini di altre regioni o di altri paesi vogliano vivere i nostri territori. E cos, negli ultimi secoli, la mitica terra dei limoni’, la mitica culla della civilt  che affascinava maliosamente gli intellettuali di tutto il pianeta, ha finito col ridursi a una sbiadita immagine oleografica piena zeppa di stereotipi che troppo spesso hanno affascinato l’immaginario collettivo ma anche dissuaso i viaggiatori dal fermarsi e vivere le nostre meravigliose terre ricche di storia.
MISSIONE RILANCIO
Troppo spesso abbiamo dimenticato questa prima missione, trascurando il turismo come la cultura e i beni culturali. Si investe troppo poco anche in questo caso – in ricerca, in tecnologia, si creano poli scientifici, si promuovono le biotecnologie. Tutte iniziative degne di lode, che anzi andrebbero promosse oggi più che mai, anche alla luce di una razionalizzazione della spesa. Eppure non può non sottolinearsi un dato: il rilancio della Campania non può non coinvolgere la nostra prima risorsa, il turismo, e in particolare il turismo culturale. Continuando ad intendere turismo solo come sinonimo di vacanza, si è finiti col relegarlo ad attivit  di secondo piano, preda dell’improvvisazione di chi non sa occuparsi d’altro; senza considerare invece che turismo deve diventare sinonimo di alta tecnologia, linguaggi digitali, web marketing; e soprattutto come sinonimo di sviluppo economico e crescita occupazionale, culturale, sociale. Si continua a intendere il turismo come attivit  spontanea’ e improvvisata. Con il risultato di una progressiva diminuzione dei flussi turistici in-coming. Fino al dato sconcertante: Pompei ha meno visitatori di Gardaland. Dati inaccettabili, che impongono una serissima analisi da condurre con strumenti scientifici di ricerca. Occorre ripensare seriamente alla promozione e valorizzazione di un comparto che ha infinite potenzialit . Non si tratta solo del classico patrimonio museale, ma di un patrimonio diffuso’ che include il centro storico e gli altri siti unesco, e include anche aree archeologiche all’aperto, palazzi e chiese storiche, e naturalmente il patrimonio paesaggistico e quello culturale che la stessa Unesco ha definito intangibile’, il patrimonio demoetnoantropologico: feste religiose, tradizioni popolari, dieta mediterranea, percorsi eno-gastronomici. Questo immenso materiale va tutelato e promosso, va inserito in una strategia di comunicazione innovativa che riesca a tradurre la storia’ in futuro’ e sviluppo.
NUOVA FORMAZIONE
Un progetto ambizioso, che deve coinvolgere una rete di soggetti: istituzioni, enti pubblici e privati e naturalmente l’universit . Un progetto che non può non passare attraverso un sistema formativo efficace’, che sia in grado di far crescere in saperi e competenze futuri addetti al comparto. In questa direzione gli Atenei campani hanno lavorato a Corsi di laurea che abbiano forti contenuti culturali, ma anche un taglio fortemente professionalizzante. Nonostante le numerose riforme che hanno coinvolto, e a volte travolto, le universit , molti Rettori, Presidi e docenti hanno colto l’occasione per organizzare sia pure con mille difficolt  una nuova universit . Il Corso di laurea in Turismo per i Beni Culturali, per esempio, attivato presso la Facolt  di Lettere dell’Universit  Suor Orsola Benincasa, si presenta come percorso formativo diversificato, in grado di guidare lo studente alla acquisizione di contenuti culturali ma anche di competenze specifiche.
RACCONTARE IL TERRITORIO
Grazie alla stretta collaborazione tra docenti di ruolo ed esperti esterni, grazie a oltre cento convenzioni con enti pubblici e privati attivi nel settore turistico, lo studente viene accompagnato a diventare esperto dei processi integrati di promozione del turismo.
Anche attraverso un efficiente ufficio di tirocini e job placement che offre consulenza personalizzata, puntiamo a creare un contatto forte e stabile tra gli studenti del corso, le imprese ed i professionisti che quotidianamente lavorano alla promozione turistica del territorio.
La valorizzazio            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpGne dei beni culturali, le tecnologie digitali applicate alla creazione e promozione di itinerari turistici, la gestione delle attivit  culturali, il racconto del territorio sono solo alcune delle tematiche affrontate.
Il Corso punta a ricercare nella conoscenza del proprio passato, abbinato ad i nuovi linguaggi ed alle nuove tecnologie, la chiave interpretativa di un territorio che cambia e di un pubblico di viaggiatori sempre più raffinato e esigente.

Nella foto (di Nando Calabrese), un frottage con il Castel dell’Ovo e la fontana sul lungomare

*Presidente del corso di laurea in Turismo per i beni culturali dell’Universit  Suor Orsola Benincasa di Napoli

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