Nomi di donna, di Gianluca Pirozzi (con illustrazioni di Clara Garesio) edito da L’Erudita (pagg. 169).
Un “viaggio” di genere, abbastanza introspettivo, che mostra quei volti di donna apparentemente fragili, sole, passive rispetto agli eventi della vita raccontata. Ma solo in superficie poich non abbassano mai la guardia.

La descrizione minuziosa dei luoghi, abbinata alla chiarezza del lessico usato, mai forzosamente ricercato, ne arricchisce contenuti e stile di scrittura.

Donne allo specchio quelle di Pirozzi, passioni e debolezze, amiche e mamme, sorelle, cuore e coraggio. Ma che, purtroppo, pagano anche un prezzo, a costo della vita. Come Agata, pugnalata 30 volte senza piet . Il male del secolo, il femminicidio. Un amore malato.

Donne che incassano il dolore di una perdita cara con dignit , pudore, riservatezza.

Donne curiose, con voglia di arrivare, realizzarsi. Che si analizzano, si guardano dentro, riflettono, immaginano.

Donne che interpretano i nuovi diritti, che si dichiarano diverse al mondo, che nascono donne ma si sentono uomini, che superano barriere e razzismi.
Che buttano giù ogni muro e si fanno accettare come tali, come se stesse, come sono e sentono di essere.

Donne abusate, maltrattate e violentate che non perdono mai la misura dell’equilibrio interiore, donne bruciate che rimangono il segno per sempre.

Donne girovaghe, malate, custodi di segreti, apprensive, comprensive, ribelli, alternative. Donne sospese nel vuoto. Donne che non tornano indietro.
Insomma donne, quell’universo a fianco a noi.

Nella foto, la copertina del libro

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