La Fondazione Biagio Agnes ha presentato la raccolta di testimonianze di noti visitatori alla Basilica di San Francesco in Assisi nel volume “Vado da Francesco” di padre Enzo Fortunato, direttore e fondatore dal ’95 della sala stampa del Sacro Convento, edito da Mondadori (192 pagine, euro 16,50). Nel foyer della Rai di viale Marconi, il direttore del centro di produzione, Francesco Pinto, dopo i saluti ai tanti invitati, definisce il libro come documento storico di una Casa dove si trova un forte senso di Pace in cui si va nei momenti intimi di gioia o di tristezza.

Padre Edoardo Scognamiglio, teologo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali di Napoli, sottolinea
« Siamo tutti in viaggio alla ricerca di una meta e in Assisi vengono in tanti perch amanti della cultura o per cercare testimonianze della Fede nella catechesi dipinta da Giotto».

E l’autore avverte «Troverete confidenze e riflessioni di una grande famiglia composta da tanti ma diversi tra loro per professione, per fede, per nazionalit , meditate in visita al Convento».
Con commozione parla della sua sala stampa realizzata dopo una visita in Assisi di molti ambasciatori giunti da Roma nel ’95 accompagnati da Lucia Annunziata, direttore Rai, da Massimo D’Alema presidente del Consiglio, da Gianfranco Fini presidente della Camera dei deputati. « Dopo quell’incontro ho imparato a scrivere da giornalista e ora ho nella “Redazione Francesco” tanti che collaborano con l’entusiasmo proprio dei giovani».
La parola al cardinale Crescenzio Sepe « La spiritualit  della Basilica ha incontrato Madre Teresa di Calcutta ma anche Michail Gorbaciov, Bruce Springsteen, Shimon Peres, Franco Zeffirelli, Renato Zevi, Arafat, Kennedy, Dario Fò. Il libro, dalla visita di Giovanni XXIII del 4 ottobre del ’62 fino all’ultima di Papa Francesco, testimonia chi si è raccolto in preghiera o solo in riflessione davanti al sepolcro del Santo mosso da una tensione del proprio animo».
Simona Agnes, figlia di Biagio, che ha presieduto l’incontro, ha dato la parola al pubblico. Una sola domanda. «Come è stato accolto il nome Francesco scelto da un Papa gesuita?». Si è vivacizzato l’incontro. A rispondere è padre Enzo. «La Chiesa era sprofondata in un baratro. Si desiderava un Papa che facesse suo il dettato di San Francesco. Tale auspicio prese corpo vedendo alcuni Cardinali nella nostra Basilica ed altri nel nostro monastero a Roma. Azzardai sul giornale, prima del Conclave, il nome di Francesco I. Sono io colpevole dell’errore dei mass media. Si part per Roma e ci infilammo tra i 7.000 giornalisti con la nostra postazione “Redazione Francesco”. All’annuncio il nostro entusiasmo fu immenso».
Il cardinale Sepe interviene col suo humor. «Vi racconto un fatto inedito. Dopo il conclave andammo a cena nella casa di Santa Marta. A tavola con alcuni e con il Papa ci venne data la prima edizione dell’Osservatore. Chiesi l’autografo e lui firmò Franciscus. Incredibile a dirsi ma non ho più la copia perch mi fu sottratta, non so da chi, allo stesso tavolo».
San Francesco fu il primo a cercare il dialogo tra le varie religioni come mezzo da opporre alle Crociate. A conferma della sua tesi, fortemente in contrasto con la Chiesa, incontra in Egitto il Sultano e i Saraceni nel 1218. Inventa “lo spirito d’Assisi”, ripreso solo nel 1987, che ha nel dialogo lo stile di vita del cattolico che in quanto tale deve avere una dinamica elasticit  di pensiero. Chi ascolta cattura simpatia, fiducia, stima, amicizia di chi gli parla.

L’altro, il diverso, è una risorsa per la cultura e per ampliare il bagaglio di informazioni.

Nell’altro non troviamo la violenza per averla spesso subita e ci accoglie col sorriso perch ha bisogno di chi possa aiutarlo a non più soffrire con briciole di affettuosit  umana.
L’esempio del Santo, anche per l’ateo, aiuta ad accettare la recente invasione, pacifica in confronto alle precedenti, di tanti stranieri, diseredati alla ricerca di una propria dignit .

In foto, la copertina del libro

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