Un mito moderno all’Universit . Marted 22 giugno (alle 14.30, dipartimento di Studi umanistici universit  di Napoli Federico II, aula 342) lo fa rivivere Vincenzo Caputo con il seminario Massimo Troisi tra teatro e cinema. E’ la seconda tappa di un ciclo interamente dedicato all’attivit  (teatrale e cinematografica) di Troisi (La “smorfia” di Troisi l’attore sangiorgese tra teatro e cinema), inserito nel master di “Drammaturgia e cinematografia. Critica, scrittura per la scena e storia” della Federico II, coordinato da Pasquale Sabbatino.

L’obiettivo è quello di restituire a studenti e studiosi, appassionati e addetti ai lavori, l’immagine di un Troisi vivo e prolifico. «Il ciclo di lezioni spiega Caputoha due momenti complementari. Da un lato sono programmate ore di didattica frontale, che si pongono l’obiettivo di analizzare la genesi, i nuclei tematici e le questioni legate all’attivit , soprattutto teatrale, del comico. E poi c’è una partecipazione attiva dei frequentanti che avranno l’opportunit  di elaborare, riscrivere e ripensare la sua produzione. Entrambe le fasi prevedono la proiezione di sketch, interviste, film legati alla figura di Massimo Troisi».

Saranno messi a fuoco in particolare i “mini atti unici” del trio Arena-Decaro-Troisi e il ruolo di Massimo da attore e autore. Molta attenzione anche al cinema, con uno sguardo in particolare a una scena di Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni (1984). Quando il bidello Mario, cerca inutilmente di insegnare a Leonardo da Vinci il gioco della scopa il bidello si mostra insegnante e il genio, invece, stupido. Ovvero, il trionfo del paradosso.

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