Buona sanità in Campania. Con un altro primato per il Monaldi.  Prima  azienda ospedaliera in Italia, per il quarto anno consecutivo, per interventi chirurgici sui pazienti affetti da tumore al polmone con tecniche mininvasive in videotoracoscopia o VATS (Video-assistedthoracoscopicsurgery). La nuova tecnologia, che ha completamente rinnovato la chirurgia toracica,  è stata introdotta nella struttura dal 2011 e fino a oggi ne hanno beneficiato oltre 560 pazienti. 160 interventi nel solo 2017.
Gli interventi chirurgici sono molto più sicuri e molto meno traumatici: non necessitano più dell’apertura della cassa toracica e della eliminazione o divaricazione delle costole per permettere al chirurgo di operare manualmente, ma sono effettuati in toraco-scopia, con  tre piccoli fori all’interno dei quali sono inseriti strumenti di ultima generazione volti a portare a termine l’intervento. Una vera rivoluzione nel trattamento, che riduce non solo i traumi e il forte dolore post-operatorio ma anche il rischio di emorragie grazie all’estrema precisione degli strumenti utilizzati.
Inoltre c’è l’importante abbattimento dei costi dovuto alla riduzione dei giorni di degenza ospedaliera.  Nel 2011 la degenza media era già scesa da 12 ad 8 giorni, che sono ulteriormente diminuiti fino  ad arrivare agli attuali 4 .
Ma si potrebbe fare di più, come  spiega Carlo Curcio che dirige  la chirurgia toracica: «Se potenziassimo le nostre risorse potremmo ridurre l’esodo di pazienti residenti nel meridione, anche nella stessa città di Napoli, che emigrano al Nord per essere curati e operati per tale patologia, per il solo motivo di essere curati prima e non per sfiducia nelle nostre strutture o nei nostri operatori. In questo modo potremmo ridurre la lista di attesa, con ulteriore risparmio economico per la nostra regione, che è costretta a rimborsare i costi per la cura di questi pazienti alle regioni del nord».
Secondo l’associazione italiana di oncologia toracica (aiot) ogni anno in Italia si registrano circa 38 mila nuovi casi di tumore al polmone, il  15% dei quali (circa 4.800) in Campania. Mentre il dato nazionale indica che negli uomini, dal 2008 al 2016,  c’è stata una diminuzione dell’ incidenza dei casi di tumore del polmone e della prostata (-2,5% per anno), il registro tumori campano evidenzia, per la stessa fascia di popolazione, maggiori tassi di incidenza del tumore al polmone rispetto alla media nazionale.
Probabilmente perché  è la regione con la più alta percentuale di fumatori negli ultimi venti anni, presentando un tasso di tabagisti pari al 31% rispetto al 28% (media nazionale). Nel solo 2015, inoltre, la Regione ha registrato la comparsa di  3.844 nuovi casi di carcinoma polmonare.
Sui fattori che possono favorire l’insorgenza del tumore del polmone, in primo piano restano, oltre al fumo, anche l’inquinamento ambientale e atmosferico:  «Nelle  zone in cui sono presenti discariche abusive dove spesso i rifiuti vengono bruciati –prosegue Curcio –  si è registrata una maggiore incidenza tumorale. Oltre  a essere inquinato il sottosuolo, infatti, si registrano nell’aria forti concentrazioni di diossina e altri gas tossici. Nell’area di Bagnoli invece ci sono ancora altissime concentrazioni di radon nel sottosuolo, in una quantità molto superiore a quelle consentite. Se si volesse veramente parlare di prevenzione, bisognerebbe bonificare questi ambienti ad altissimo rischio per la salute pubblica».
In foto, l’ingresso dell’azienda ospedaliera napoletana Monaldi 

 

  

 

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