Con “L’orso e La palma (edito dall’Istituto Culturale del Mezzogiorno), Luigi Mazzella pone l’attenzione sulle condizioni attuali del nostro cinema e sulle ragioni della sua crisi. L’autore, nello scandagliare le ipotizzabili ragioni del nostro gap, ovvero la distanza che ci separa da altre produzioni,  ritiene di individuarle nella mancanza,  per quanto riguarda la parte continentale della vecchia Europa,  di un pensiero libero, non condizionato da dogmi e assiomi, di natura sia religiosa sia politico-filosofica. Non a caso il grande spettacolo, nella forma del teatro è passato dalla Grecia antica di Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane e Menandro (e in misura minore dalla Roma di Plauto e Seneca) all’Inghilterra di William Shakespeare e dei tragici elisabettiani.
Su questa scia, il cinema indipendente statunitense riesce a produrre ancora i capolavori che tutti conosciamo (vedi Woody Allen, i fratelli Coen, Robert Altman, ecc, ) perché può godere di quella stessa antica, incondizionata libertà di pensiero.
Le vittorie del cinema italiano nei festival presi in esame nel libro, vale a dire Cannes e Berlino, sono prevalentemente legate al periodo del neo-realismo che rappresenta secondo Mazzella un momento di magica “sospensione” della tirannide dei tre assolutismi egemoni nella cultura italiana (cattolico, fascista, comunista).

Orso e palma | ilmondodisuk.com
Qui sopra, la copertina del libro di Mazzella. In alto, il castello aragonese di Ischia

Il volume, che si avvale anche di un’acuta prefazione di Giuliano Montaldo, è uno straordinario excursus delle grandi opere del cinema italiano che hanno vinto Palma e Orso nelle rassegne francesi e tedesche. L’autore ci offre così la possibilità di ritornare ai grandi capolavori e ai nostri più celebrati registi italiani, da Fellini a Visconti, da De Sica a Rosi, da Pasolini e Antonioni: ne viene fuori un inventario critico di prim’ordine ma nello stesso tempo il libro ci invita a riflettere sulla grandezza di un passato che ci appare, allo stato delle cose attuali, sicuramente lontano e più ancora irraggiungibile. Il volume sarà presentato al castello aragonese venerdì  30 giugno, nell’ambito di una  rassegna (dalle 12) inserita nell’Ischia Film Festival.
L’autore
Luigi Mazzella
è vice presidente emerito della  Corte Costituzionale. E’ stato anche ministro della Funzione Pubblica e Avvocato Generale dello Stato. Ha scritto per i maggiori quotidiani italiani ed è autore di saggi e romanzi. Tra le sue pubblicazioni recenti segnaliamo per la saggistica Eurocrash (Curcio Editore 2014), Debole di Costituzione (Mondadori, 2014), Voce fuori campo (Avagliano 2015). Per la narrativa i romanzi  In fuga dall’intimità (2015), L’implosione (2016)) entrambi per Avagliano  e La Complicità del perdono (Marsilio, 2016). Come poeta ha al suo attivo il Canzoniere satirico (Genesi 2015). E’ stato insignito del premio alla carriera I Murazzi dall’Associazione Elogio della poesia.

 

 

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