“All’inizio doveva essere una galleria d’arte, poi seguii il consiglio di un amico che insegnava all’Accademia di belle arti di Napoli e feci affiancai il bar”. Amedeo Pianese ricorda come nacque, nel 1988, il “Caff dell’epoca” (a piazza Bellini, Napoli). Il perch di un caff letterario, e non di una semplice galleria, emerge dalle parole amare del proprietario: “Purtroppo, gi  in quegl’anni, in questa citt  cominciava un certo disinteresse verso l’arte”.
Amante da sempre dell’arte, diplomato al liceo artistico e scenografo, Pianese dice di se: “Forse non sono mai stato un artista. Ricordo ancora le parole di Brancaccio: a te manca la genialit  dell’artista, riesci a copiare molto bene tutto quello che ti mettono davanti, ma di tuo c’è poco, dovresti cercare di tirar fuori quel qualcosa di più” e aggiunge “Un qualcosa che non avevo”.
Ma con la galleria ha dato corpo (e una casa) alla sua passione. E sono decine gli artisti che hanno esposto nel suo caff, tra cui Armando de Stefano, Augusto Perez e Gianni Pisani. “Cominciai con il Gruppo 58” ricorda Pianese “Poi si sono succeduti in tanti. In particolare ricordo un’esposizione del 1991. Chiesi ai maestri dell’Accademia di segnalarmi i loro allievi migliori. Ebbe un bel successo. Molti degli artisti furono apprezzati da critica e pubblico”. Purtroppo… ” un’esperienza che non ho ripetuto, un po’ per l’et  ma soprattutto per il disinteresse della gente. Disinteresse che mi ha un po’ scoraggiato”. Pensieroso, ricordando, un momento per se “Eppure… avevamo iniziato proprio bene”.
Ma non solo arte nella vita di Amedeo Pianese, anche un passato da rappresentante di vini e champagne. “La mia vita si è divisa tra arte e vini. Sono un appassionato e discreto intenditore, soprattutto di quelli campani”. Ed è cos che nasce l’idea delle “etichette d’autore”. Un successo travolgente: “Ebbe una risonanza che non mi aspettavo. Dovetti addirittura far produrre altre etichette dagli artisti”. Etichette numerate e firmate da maestri come Renato Barisani, Errico Ruotolo, Gigi Di Fiore. Se la confezione era eccellente, il vino “Doveva essere straordinario. Dopo un’appassionata ricerca, scelsi un Gragnano da un produttore privato di Lettere. Era un vino molto buono”. E, terminata la preziosa bottiglia, “Qualcuno le ha conservate in bella mostra sugli scaffali della libreria, mi hanno detto che in casa stanno proprio bene”.
E adesso: “Sto preparando un cofanetto con un’altra bottiglia. Sempre in edizione limitata, con un grande artista napoletano di cui, per scaramanzia, non dico il nome”.

Nella foto (di Maria Volpe Prignano) in alto, Amedeo Pianese

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