«A Napoli non sempre amata come pretende perch non ancora conosciuta quanto merita». Autorevole voce della lingua partenopea, nei suoi libri di ricerche storiche e glottologiche, Renato De Falco non manca di affidare questo pensiero alla sua citt , dedica sincera di chi si sente napoletano nell’anima e non solo per nascita. E non è questione di pignoleria, piuttosto precisione di uno studioso che sotto il Vesuvio ha imparato a sondare capricci e saggezza di una terra attraverso i suoi modi di dire. Spesso ignorati anche da chi la abita. Ma non solo quelli, perch i napoletani sono viziati dalla bellezza e dai tesori che li circondano, tanto che li danno per scontati e a volte non li vedono nemmeno più. Divisi, come sono, tra un forte orgoglio e un paralizzante autolesionismo. Tuttavia, quando riescono finalmente a liberarsi di questo contrasto fanno emergere grinta, capacit  organizzativa e voglia di riscatto. Formula vincente che si accompagna sempre alla creativit , dono divino di una Campania che può tornare a essere felix. Ripartendo da ciò che si è diventati, attraversando lo spazio del tempo e dell’identit .

Napoletanit  non è una parolaccia se diventa benzina di un motore che si chiama fantasia.
Lo ha capito bene il gruppo di giovani che alimenta ogni giorno l’attivit  culturale dell’associazione NarteA. Determinato a non lasciare Napoli in cerca di lavoro, ma a crearlo qui, attingendo a tutta la ricchezza che la citt  ha lasciato a ciascuno dei suoi figli. Nel cumulo di questo tesoro c’è anche Pulcinella, maschera troppo spesso snobbata e maltrattata proprio dai fratelli partenopei, simbolo per molti di una solarit  buffonesca e perciò troppo ingombrante. Invece loro di NarteA l’hanno afferrata per il verso giusto, la maschera, facendola conoscere nelle scuole e mostrandone l’energia rivoluzionaria e misteriosa.
Come in un grande teatro, perch teatrale è l’anima di Partenope, conducono per mano turisti e abitanti alla scoperta della storia che diventa incantesimo della conoscenza. Senza quella spocchia che ha spinto per troppo tempo scrittori, storici, docenti a considerare il dna cittadino dall’alto in basso, senza essere tuttavia capaci di costruire nulla di davvero innovativo, abili, piuttosto, solo a passare sul carro del vincitore di turno, costruendosi nome e carriera.
E Napoli ringrazia. Questi ragazzi che hanno avuto il coraggio di sfidare le cattive consuetudini dell’ipocrisia intellettuale.

*NarteA è un girasole che parla a più voci. Didattica, formazione, gestione e valorizzazione sono le linea guida di questa associazione culturale cui dedichiamo il nuovo numero. Giovani, napoletani, determinati, attraverso visite guidate teatralizzate (anche in inglese), stage, laboratori conducono turisti e napoletani, adulti e bambini, nel meraviglioso labirinto dei tesori napoletani.
La parola ai protagonisti di un’avventura cominciata nel 2004 che è diventata mission far conoscere Napoli ai partenopei e agli stranieri, restando nella propria terra e creando opportunit  di lavoro attraverso creativit  e fantasia. Trasformando l’intera citt  in un palcoscenico dove attori raccontano la sua storia.

Per saperne di più
www.nartea.com

Nelal foto di homepage, Masaniello secondo NarteA, nella rappresentazione "Gli echi della rivolta"

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