L’alba è fredda e non promette nulla di buono. Nuvole minacciose si addensano in un cielo ancora addormentato. Risuonano nel giardino i tacchi dei suoi stivali in cui affondano pantaloni di seta azzurri. Sul capo, una lunga parrucca bianca che scivola sulla preziosa giacca color argento e dona un nobile pallore a quel volto irregolare. Ha l’aria stanca, di chi ha camminato a lungo. Si siede sul muretto che costeggia il prato mentre lo sguardo annega nei secoli.
«Maest , sono onorato della vostra presenza. Certo era in un convento che avevate fondato la vostra Accademia, ma l’intento non è andato mai perso, si è solo trasferito tra queste pareti».

Re Carlo scruta davanti a s quella figura di uomo maturo,
un po’ stempiato, in abito scuro e camicia bianca, chiusa al colletto da un papillon nero.

«Mi avete riconosciuto? Ma voi chi siete?
Non ho mai avuto il piacere di incontrarvi».
Nacqui tanti anni dopo la vostra partenza dal mondo. Sono Filippo Palizzi e in questa Accademia fui il presidente».

«Ho sentito tanto parlare dei vostri dipinti dall’ampia fama.
E mi hanno detto che qui avete piantato il seme di un’idea ancora rigogliosa una galleria di arte moderna».

«Se voi non aveste avvertito la necessit  di avviarla,
questa Accademia, per educare i giovani alla creativit , non avrei potuto inseguire il mio sogno».

Una voce estranea si aggiunge alla loro. «Il sogno a volte ti stringe alla gola
e a volte ti fa ridere di contentezza. Sognando sognando se ne vanno le stagioni».

Carlo e Filippo osservano un po’ accigliati il nuovo venuto.
Piccolino di altezza, con i capelli ricci e neri, negli occhi due tizzoni ardenti. La sua risata tintinna come quella fresca e spontanea di un bambino.

«Non volevo disturbarvi ma non ho saputo resistere dalla tentazione di unirmi a voi.
Quando il silenzio scende tra queste mura, mi conforta tornare a passeggiare in un luogo familiare, pensando ai miei studenti, ai loro sogni, presenti e futuri. Ho dovuto lasciarli qualche anno fa, alla fine del mio giro sulla terra. Chi sono, vi domanderete? L’unica risposta che riesco a darvi è questa la poesia mi attraversava i pensieri come un lampo, in immagini che si adagiavano sul foglio in un intreccio di lingue, tra nuovo e antico».

Il sovrano spezza il suono di quelle parole.
«Ma allora siete un poeta?».
«Mi chiamo Michele Sovente, ma non ha importanza chi io sia. Quelli che contano, ieri come oggi, sono i soprassalti del cuore, rintocchi inquieti che possono dare a tutti un brivido di giovinezza, senza svanire mai».
« vero- rispondono in due- e qui il cuore non si spegne mai, incantato dalla forza della passione che incoraggia le speranze».

Il sole ha vinto le resistenze
di un minaccioso temporale e si è impadronito del giorno. Si apre il portone di Via Costantinopoli e il passato d  la precedenza al ritmo della vita.

Un pianeta creativo che dialoga con la citt 
All’Accademia di Arti di Napoli dedichiamo questo nuovo numero del nostro magazine. Ne parlano i protagonisti. Il direttore Giuseppe Gaeta annuncia l’ampliamento in due nuove sedi la Scuola di fashion design sar  trasferita nella sede della Fondazione regionale Mondragone nella piazzetta omonima, lo spazio e le Scuole di didattica dell’arte e communication design saranno invece dislocate nella sede della Fondazione FOQUS nei Quartieri Spagnoli. E ancora, Adriana de Manes, responsabile dell’internazionalizzazione, Andrea Zanella componente del gruppo di lavoro sul Patrimonio dell’Accademia, Erminia Mitrano, vicedirettore e docente di Grafica D’arte, Enrica D’Aguanno , coordinatrice della scuola di Graphic Design, Olga Scotto di Vettimo , docente Teoria delle Arti Multimediali, Rino Squillante, coordinatore della Scuola di Pittura e la bibliotecaria, Manuela D’Agostino . Un discorso a più voci che mette in rilievo il ruolo culturale centrale di una antica e prestigiosa istituzione in costante dialogo con le altre realt , capace di creare una rete creativa e di rilanciare l’offerta didattica.
La rivista è stata realizzata grazie al coordinamento dell’ufficio stampa dell’Accademia, Costanza Pellegrini.

Per saperne di più
www.accademiadinapoli.it

Le foto che mostrano i mille volti dell’Accademia in questo numero sono firmate da Fabio Donato, docente di Fotografia della struttura

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