“Ciascuno guarda davanti a s. Io guardo dentro di me non ho a che fare che con me, mi osservo continuamente, mi controllo, mi saggio”. Un pensiero come questo di Montaigne è una frase che dovrebbe accompagnarci in ogni momento della nostra quotidianit , anche la sera prima di andare a dormire. Una filosofia sussurrata, la sua, che non pretende di scandagliare le ragioni del mondo, ma permette di soffermarsi sul presente. Come mostra un’altra pillola della sua saggezza “La moda è una sorta di cavallo imbizzarrito che tira calci sul passato e trascina senza tregua il suo carro verso il futuro”.
Roba da brivido per una societ  “normalizzata” dall’immagine, dove le mezzecartucce sono diventate un modello globale e l’avvenire ha il volto levigato della giovinezza a tutti costi.
Il mito della vita eterna svuota la realt  della sua storia e scodella la mediocrit  mediatica dove la prerogativa del successo è una personalit  anonima che aiuta a cancellare la minoranza fastidiosa di un’avanguardia artistica troppo pronta a sparare sul mucchio privilegiato del potere, quasi sempre più di facciata, piuttosto che autentico. Alla sperimentazione reale si sostituisce quella fittizia fornita da intellettuali reclutati da un regime assolutamente trasversale, che ruota dal centro in ogni direzione.
La cultura del consumo fa della decadenza un valore mentre la luce della ragione diventa inutile energia. Dissanguate le ideologie, rivivono gli idoli infiocchettati dall’imbecillit  del modernismo e del giovanilismo rabberciato in una nazione dove le pari opportunit  per tutti i cittadini italiani sembrano più sfocate dell’utopia.
Le possibilit  di un benessere diffuso sono compromesse dalle tenebre di un deficit internazionale che garantisce l’iniquit  tra povert  e ricchezza, tutelando la seconda. Spiazzata l’intelligenza, resta la speranza nelle mani degli scienziati capaci di offrire uno spiraglio di differenza. Analizzando il cervello umano, nel suo funzionamento tra emisfero destro e sinistro, indicano una via d’uscita, recentemente messa in onda dal programma di un’emittente televisiva francese. Nelle interviste, persone che hanno subito un trauma nella zona sinistra, quella della logica, svelano di aver compensato la carenza navigando nell’area di destra, quella creativa. E, una volta recuperata l’altra, hanno imparato a mediare tra le due dando più spazio all’anima. Se tali potenzialit  sviluppassero un galateo universale, l’armonia sarebbe il prossimo vero traguardo possibile dell’umanit .

*Al teatro d’avanguardia tra Napoli e dintorni è dedicato questo numero del magazine che mette a fuoco il lavoro di autori come Leo De Berardinis, Roberto De Simone, Antonio Neiwiller e Annibale, Ruccello… In primo piano, l’altro sguardo, la capacit  di muoversi sul palcoscenico e per il palcoscenico, con l’umilt  della discrezione. In scena, un’energia che anticipa i percorsi del tempo, al di fuori dei circuiti istituzionali, denunciando lobby e ponendosi oltre le mode e le tendenze. Una realt  che, in un mondo dominato dalla superficialit  della piazza televisiva, diventa paradossalmente riserva protetta di un teatro antico. E in questa riserva s’incamminano gli interventi di Alfonso Amendola, , Franco Cuomo, Vittorio Lucariello, Salvatore Guadagnolo, Angela Morelli, Francesca Perrone, Domenico Sabino, sulle tracce di visioni ironiche, beffarde, caustiche . Dove protagonista è la minoranza di una drammaturgia dal pensiero forte.

In home, Padiglione Sorveglianza – elegia vertigine per A.A. testo, ideazione scenica e regia di Domenico Sabino. Foto di scena di Massimo Velo. Debutto teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo di Napoli (stagione teatrale 2008/2009)

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