Conoscenza da condividere, giustizia da insegnare. Come una mela le virtù si dividono in parti uguali tra la gente che ne ha fame per elevare la societ  ad uno stato di democrazia. Tutti sono invitati a questa mensa d’elite e se qualcuno diserta il peso dell’assenza diventa fonte di indifferenza, qualunquismo, intolleranza, ignoranza che giustifica ogni cosa, persino la criminalit  piccola e grande. La conferenza “L’Inchiostro della Magistratura” organizzata dall’Associazione ELSA (European Law Students’ Association) nata nel 1981 dall’idea di alcuni studenti di giurisprudenza provenienti da Austria, Germania dell’ovest, Ungheria e Polonia, che si terr  oggi alle 15:30 presso l’aula Pessina dell’Universit  di Napoli Federico II, è un invito al grande tavolo del dialogo e del confronto. Tre magistrati, Raffaele Cantone, Nicola Gratteri e Piergiorgio Morosini racconteranno le loro storie di uomini anti-mafia attraverso le pagine dei loro libri, “Solo per giustizia”, “Fratelli di Sangue e”Il Gotha di Cosa nostra”. Le opere realizzate dai magistrati incarnano la convinzione che conoscenza e libert  si nutrano l’una dell’altra in un rapporto sostanziale e vincolante. Tra le pagine sapientemente allestite come vetrine ben illuminate dai giudici-scrittori, i linguaggi della camorra, della mafia, e della ndrangheta diventano comprensibili anche al lettore meno equipaggiato. Cantone, ex Pubblico Ministero della DDA ( direzione distrettuale antimafia), mette in prosa gli atti del processo Spartacus, le indagini sul clan dei Casalesi e l’orrore della strage di Pescopagano e della morte di Don Peppe Diana. Morosini, ex gip di Palermo, descrive la scalata al “Gotha” di Cosa nostra dopo l’arresto di Provenzano, decifrando “pizzini”, dando voce chiara alle intercettazioni. Nicola Gratteri, Procuratore presso la DDA di Reggio di Calabria, ricostruisce filologicamente la storia della ndrangheta, fino alla sentenza finale, che la vede connaturata come sostanza velenosa alla societ 
calabrese.
I giovani di ELSA Napoli, Palermo e Reggio di Calabria, richiamando l’attenzione sull’operato di magistrati e soprattutto di magistrati che scrivono e che quindi condividono conoscenza, ribadiscono l’idea che la giustizia possa essere una preziosa opportunit  che tutti possono cogliere. Non uno stato altro, separato, un abitante dell’iperuranio, ma una condizione dell’essere da riconquistare soprattutto in una realt  difficile come la nostra, in cui molti fingono che la camorra non esiste ed altri, peggio ancora, si convincono che non riguardi la gente per bene, che gira la faccia dall’altra parte e diventa, senza accorgersene, gente per male.

In foto, le copertine dei tre libri

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