La Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha stabilito, come unica candidatura italiana, all’unanimit , di inserire la pizza nella lista del patrimonio mondiale dell’umanit  Unesco.
Le firme, raccolte in tutte le Municipalit  (10 mila), sulla petizione per la candidatura dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani come Patrimonio Immateriale dell’Umanit , sono state date ad Alfonso Pecoraro Scanio, primo fautore del riconoscimento della pizza in tal senso e responsabile della piattaforma informatica #PizzaUnesco, nella sala della Giunta di palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco Luigi de Magistris.

Il 26 marzo 2015 la commissione italiana per l’Unesco ha candidato l’arte dei pizzaiuoli napoletani per l’iscrizione nella lista rappresentativa del patrimonio culturale Immateriale dell’Umanit .
Oltre 700 mila cittadini e tra questi centinaia di personalit , realt  istituzionali, culturali e della societ  civile, in Italia e nel Mondo, hanno aderito fino ad oggi alla petizione che chiede questa candidatura.

Iscrivere quest’arte nella lista rappresentativa significa riconoscere il valore di una tradizione sostenibile,
attenta alla naturalit  che parla di materie prime legate ad un vero amore e rispetto per la terra, di ingegnosit  di uomini e donne che volevano trovare modi gustosi per nutrire le proprie famiglie e le proprie comunit .

Tale candidatura risponde pienamente alle sollecitazioni dell’Unesco
che, soprattutto negli ultimi anni, ha richiesto agli Stati di candidare pratiche ed elementi, esempi di sviluppo sostenibile, di integrazione e di dialogo sociale.
Riconoscere l’arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio culturale immateriale dell’Umanit  significa quindi tutelare e valorizzare la tradizione artigianale più conosciuta al mondo.

Il promotore della campagna Pizza Unesco, Alfonso Pecoraro Scanio, dichiara
«Una adesione fortissima in tutto il mondo, 100 mila firme solo dal Giappone, mentre a livello nazionale hanno firmato da Roberto Maroni (Lombardia), a Chiamparino (Piemonte), a Zingaretti (Lazio). Il Governo capisca che difendere l’arte dei pizzaioli napoletani è un’esigenza nazionale, altrimenti si concretizza il rischio che gli americani registrino loro l’arte della pizza new york ste prima che noi registriamo quella di Napoli. Poich siamo partiti per primi bisogna vincere per i napoletani, per l’Italia e per il futuro dei nostri “pizzaiuoli” giovani che dovranno avere una grande possibilit  per il futuro».
L’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, fa notare «Credo che ci sia una tale mobilitazione mondiale che si tratta di convertire un fatto in realt . L’arte della pizza è una grande realt  culturale della nostra citt  che ora è patrimonio dell’umanit ».

Nella fot, una pizza con pomodirini freschi

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