La camera pinhole può registrare su un’unica lastra fotografica un intero spettacolo teatrale. Sembra una follia ma ciò che succede in realt  è che la macchina, avendo tempi di posa estremamente lunghi e dunque nello scatto si sovrappongono tutte le varie fasi della pièce. Ha colto l’opportunit  al volo l’artista e fotografa berlinese Karen Stuke, che durante i suoi studi di fotografia assisteva come uditrice anche al corso di regia teatrale, finendo per mescolare le due passioni e diventando un nome di riferimento nella fotografia d’arte votata al teatro.

Nel 2010 Stuke è stata invitata da Antonio Maiorino (galleria Primopiano) che con la complicit  dell’allora direttore artistico Renato Quaglia, le ha proposto di ritrarre alcuni spettacoli del Teatro Festival. Il frutto di questo percorso è “Opera obscura di Napoli”, ora in mostra al Pan, fino al 15 ottobre non una cronaca retorica degli otto spettacoli scelti ma un’interpretazione densa di ciò che resta del festival. Come nel ricordo, luci e immagini si sovrappongono, difficile distinguere i singoli istanti, eppure lo spettacolo è tutto in uno scatto.

Maiorino parla di “felice ossessione della Stuke per il teatro con la sua idea di catturarne in un’unica immagine di Geist, lo spirito di un’intera rappresentazione scenica”. E questa sera, alle 19.00, si inaugura alla galleria Pimopiano (fino al 2 ottobre), una rassegna di opere dagli altri progetti della fotografa, sempre legati all’utilizzo della camera pinhole non solo a Napoli. La galleria ospita infatti anche la serie Sleeping sisters in questo caso la scena è una camera da letto con la luce che penetrava dall’esterno durante tutta la notte, in cui si è prolungata l’esposizione. I movimenti della protagonista della foto, non sono più distinguibili nello scatto, ma sovrapposti. Come in un sogno.

Per saperne di più
www.galleriaprimopiano.com

In alto, "Football football" di Karen Stuke

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