Si inaugura oggi, giovedì 19 ottobre, alle 17.30, a Palazzo Venezia, in via Benedetto Croce 19 (Napoli) la collettiva “Arte Piemonte in Campania” cui partecipano Luca Guglielmo, Silvano Mercuri, Silvia Pistol, Fanny Fanny, Marius Ashblow, Sara Luciani, Antonella Bartolone, Francesca Gabriele, Moksilla, Anna Cervellera, Beatriz Basso, Pensi Manlio, Loredana Zucca, Anna Guarino, Angelica Carobene, Driss Lahna, Margherita Caliendo. L’esposizione è visitabile  fino al 25 ottobre. Aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 13.30 e dalle 15, 30 alle 19. Ingresso libero. Per saperne di più, tel. 0815528739. Di seguito, per gentile concessioni dei curatori e dell’autore, pubblichiamo il testo critico di Domenico Raio che accompagna la mostra.

Per meglio comprendere il senso della mostra collettiva Arte Piemonte in Campania che proponiamo questa sera a Palazzo Venezia, promossa da Piazza dell’Arte di Torino, e che vede esporre un nutrito gruppo di artisti italiani che operano nel Piemonte, sarà bene introdurre questa particolare struttura aggregante dell’universo artistico, che è Piazza dell’Arte, con sede in via Druento 30 del capoluogo piemontese, che ha consentito questa trasferta artistica a Napoli non solo per presentare una rassegna di pregiate opere pittoriche, ma anche per far conoscere nella città Partenopea un’iniziativa del tutto innovativa nella modalità di fruizione degli spazi assegnati all’attività artistica che nella metropoli sabauda ormai da anni sta riscontrando un notevole successo.
Piazza dell’Arte prima ancora di uno spazio espositivo, rappresenta una nuova concezione dello spazio espositivo; l’idea è stata quella di creare un ambiente non convenzionale destinato al mondo dell’arte, non ricavato da complessi industriali dismessi, come è avvenuto nell’ultimo decennio nelle periferie di diverse città dell’Europa centrale, ma condiviso con un’attività produttiva a carattere artigianale, i cui locali, al termine dell’orario di lavoro dei dipendenti, e nei giorni di sabato e domenica, si sono prima trasformati in una vera e propria bottega d’arte per il titolare dell’impresa, l’artista Silvano Mercuri, poi anche in un polo culturale sui generis capace di richiamare artisti e appassionati d’arte dall’intero Piemonte.
Disponendo, infatti, l’officina anche di un attiguo showroom per i serramenti che vi sono prodotti, un salone allestito con le sembianze di una piazza, con tanto di negozi che in realtà sono uffici amministrativi, e quindi anche insegne stradali, lampioni da esterno e persino un palazzo municipale, l’invenzione di Mercuri è stata di convertire questa piazza virtuale in una vetrina culturale e di metterla a disposizione di pittori, fotografi, scrittori, poeti, musicisti ecc., i quali avrebbero avuto la possibilità di esporre o presentare gratuitamente le loro opere in questo spazio.
Dalla sua fondazione, la Piazza dell’Arte ha così ospitato circa seicento artisti delle varie discipline, per una sola volta, favorendo in tal modo la reciproca conoscenza, il confronto stilistico-formale e l’interattività tra le varie espressioni artistiche, secondo una moderna interpretazione che tende a fondere gli approcci creativi all’opera d’arte, con l’originale l’effetto di ritrovare, a esempio, in un dipinto elementi che appartengono alla sensibilità letteraria, e in una poesia elementi che invece appartengono alla sensibilità pittorica.
Alla luce di tali considerazioni, l’iniziativa concretizzatasi nella realizzazione di Piazza dell’Arte Torino non deve intendersi unicamente sotto il profilo pragmatico, ma va inquadrata soprattutto nella sua valenza simbolica per quanto attiene all’idea di condivisione in senso lato, e di condivisione degli spazi in modo particolare.
La condivisione è un concetto insito profondamente nell’attività artistica, l’arte esiste in quanto è condivisibile. Che senso avrebbe, infatti, un’opera d’arte se la finalità dell’autore non fosse di condividere con i fruitori le emozioni che quell’opera ha suscitato prima nell’autore stesso? Ma l’arte non va intesa unicamente come un’esperienza eterea, essa è anche un’espressione tangibile e pertanto non può essere considerata del tutto avulsa dalla realtà, ma contigua alla realtà e quindi al mondo produttivo, che all’attività artistica può offrire un’opportunità concreta così come l’attività artistica può donare un’anima al mondo produttivo in uno scambio fattivo che giova a tutti gli operatori del settori.
Piazza dell’Arte Torino rappresenta dunque il punto d’incontro tra due diversi comparti della società che, condividendo gli stessi spazi, ne traggono reciproco vantaggio, una strategia che potrà certamente porsi quale esempio da emulare in tutto il nostro Paese e anche all’estero.
Per quanto riguarda lo specifico dell’esposizione collettiva, occorre rilevare che la mostra propone un equilibrato assortimento tecnico-stilistico che varia dal paesaggismo al concettuale materico, con contributi figurativi, neofigurativi, informali e astrattisti.
Ci troviamo di fronte a opere di considerevole qualità artistica, frutto di elaborate ricerche personali, in alcuni casi supportati da solidi studi accademici e liceali, in altri da un’efficace formazione artistica autodidattica oppure da validi insegnamenti appresi da pittori affermati, presso le loro botteghe, secondo un’ antica tradizione italiana che affonda le sue radici nel rinascimento. Da apprezzare il taglio internazionale dei dipinti presenti in questa rassegna, che è anche il risultato di esperienze espositive all’estero degli autori, o comunque di partecipazioni a mostre d’arte di respiro europeo, e quindi privi di motivi ispiratori o raffigurativi localistici, ma proiettati in una dimensione cosmopolita per quanto concerne l’oggetto, i contenuti e le insite simbologie.
In virtù di tale considerazione, ossia dello spessore internazionale delle opere esposte, si direbbe che la collettiva Arte Piemonte in Campania trova in Palazzo Venezia la sua sede ideale per il glorioso passato di questo edificio che l’ha visto ospitare per ben quattro secoli l’ambasciata veneta nel Regno di Napoli, e oggi, dopo la riscoperta di questo splendido fabbricato sul decumano inferiore dell’antica Neapolis, anche per i numerosi ospiti stranieri che lo visitano quotidianamente e che non mancheranno di ammirare questa interessante rassegna artistica in uno straordinario ambiente dove è la storia a condividere lo spazio con l’arte.
                                                                                                 Domenico Raio

 

In alto, la locandina dell’evento

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