Ancora pochi giorni per “Animus Neapolis”. C’è tempo fino al 22 novembre per visitare un percorso espositivo che mette insieme giovani autori e fotoamatori emergenti, in una rassegna fotografica, barometro di quanto sta accadendo in città. Sono gli spazi dello Slash, music bar di via Vincenzo Bellini 45, a ospitare gli scatti di una Napoli vista come una “creatura selvatica e viva”.
Come spiega Renato Aiello, curatore del primo appuntamento di Animus Neapolis e ideatore del nome della rassegna «animus, in latino respiro, rimanda al verso di Tacito con quel Nunc demum redit animus, ‘ora si torna a respirare’, che indicava il nuovo fermento culturale nell’Impero dopo anni di crisi e notevoli difficoltà, le stesse difficoltà che ha incontrato Napoli negli ultimi tempi, e da cui sta uscendo a testa alta però, con un ritrovato spirito artistico e creativo, tra corsi, mostre, progetti che spaziano dall’arte alla fotografia, passando ovviamente per il cinema».

daniele lepore | ilmondodisuk.com
Un’altra immagine firmata Lepore

In effetti a dare ispirazione e corpo al nome è stato un esperimento di videomaking realizzato a giugno da Renato Aiello con dei californiani, dal titolo Animus Neapolis #1, progetto pilota, trasformatosi poi in nome del progetto espositivo in più tappe.
L’idea di mettere insieme fotografi emergenti in una serie di piccole mostre è di Luca Sorbo, docente di Storia e Tecnica della Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nonché professore alla Scuola di Cinema e Fotografia Pigrecoemme, che ha concesso un ideale patrocinio alla prima esposizione fotografica di questa serie.
Il titolo di questo primo incontro espositivo è “Frammenti – luci e ombre dall’ex carcere minorile Filangieri di Napoli” ed è un lavoro fotografico realizzato da Daniele Lepore per la pagina Facebook di Eroica Fenice, sito di informazione locale, su cui sono apparse già alcune foto in un album dedicato. L’ex carcere Filangieri, ora è sede di attività ricreative per i piccoli ad opera dei giovani volontari dell’associazione Scugnizzo Liberato nella parte ristrutturata dell’edificio. Tra le varie iniziative, quella che colpisce maggiormente è l’attività di un anziano artigiano napoletano che da anni in quelle stanze costruisce giocattoli per bambini.

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Ancora uno scatto dell’esposizione

Restano purtroppo molte sale e corridoi ancora abbandonati, tra sporcizia negli angoli e pareti dall’intonaco scrostato, ragnatele e foglie sparse, stanze polverose e le vecchie celle di un tempo. Le fotografie, in un bianco e nero dai forti contrasti, mostrano il degrado dell’edificio e allo stesso tempo la voglia di futuro e di cambiamento soprattutto per le nuove generazioni.

 

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