“In un secolo di concetti e non di oggetti” “svetta l’idea del Manifesto, buca l’immaginario collettivo…attraverso la militarizzazione della parola ad alto volume, riesce a intercettare e sviluppare il tema della comunicazione.” E’ il Futurismo: “il movimento più nervoso del XX secolo, con Marinetti, la caffeina d’Europa”, in mostra dal 4 settembre fino al 3 novembre nello splendido scenario di palazzo Reale a Napoli ,Sala Dorica,con inaugurazione il 3 settembre (ore 18,30): “Futurismo Manifesto 100X100.100 anni per 100 manifesti”. Che ricostruiscono filologicamente il corpus di tutta la produzione artistica del Futurismo nei primi decenni del ‘900. nel Centenario del primo Manifesto di Fondazione del Futurismo, la mostra, curata da Achille Bonito Oliva, giunge a Napoli dagli spazi del Macro Testaccio di Roma. Una forte tensione ideologica e morale invade lo spettatore alla velocit  della parola, che lo avvolge, lo contamina mentre percorre con tutti i sensi quei 100 manifesti, alcuni tratti da riviste e pubblicazioni. In mostra anche quelli che Marinetti, poeta, scrittore, pensatore, spinse a scrivere nelle varie discipline creative: il Manifesto dei pittori futuristi, il Manifesto dei Musicisti Futuristi, il Manifesto della Scultura Futurista e il Manifesto dell’Architettura Futurista.
E
filmati creati per riprodurre frasi tratte dai manifesti stessi, correlate da tracce audio con registrazioni d’epoca, rumori e suoni. in un percorso multimediale e interattivo di una mostra
che deve essere tutta sentita da un pubblico non più “fantasma dei musei” con l’obiettivo di “un arte puntata sul mondo”.
Era proprio l’ansia di trasformazione del mondo che animava la strategia dell’Avanguardia, il ruolo provocatorio di evasione e di profondo rinnovamento del Futurismo in un’Italia dominata dai vecchi valori culturali.

La tappa a Napoli è doverosa:stretto è il legame tra Futurismo e Festa di Piedigrotta che quest’anno inizieranno all’unisono. Qui la mostra si
arricchisce di una sezione dedicata al Futurismo napoletano, in particolare alla “Piedigrotta futurista”, con materiali originali prestati dalla Fondazione Bideri.
Il 14 febbraio 1909, la rivista delle edizioni Bideri “La Tavola Rotonda” pubblicò, in anticipo di una settimana rispetto a “Le Figaro” di Parigi, il manifesto futurista di Martinetti. Due anni dopo Marinetti organizzò, con l’aiuto di Ferdinando Cangiullo, una serata futurista a Napoli, al Mercadante, con Palazzeschi, Carr , Scarpetta e Gemito.
Fu anche organizzata una mostra alla Galleria Sprovieri con opere di Boccioni, Balla e Severini e spettacoli di cabaret di Francesco Cangiullo, personaggio chiave del futurismo napoletano e italianoideatore della “Piedigrotta”.

Per Napoli una possibilit  di rilancio: “Sar  una grande Piedigrotta dal sapore internazionale, che parla il linguaggio della tradizione e del futuro” secondo il presidente della Regione Antonio Bassolino.

Sfileranno dieci carri allegorici uno per ogni municipalit  preparati dagli artigiani della cartapesta di Nola: direttore artistico dell’animazione sui carri Enzo Avitabile. «Piedigrotta unisce tutti i napoletani, è nel cuore di ognuno – sostiene il sindaco Rosa Iervolino Russo – siano essi cattolici oppure no – è una festa con radici antiche e profonde che affondano nella tradizione culturale, popolare e religiosa di Napoli e che è capace di produrre continui stimoli culturali».

Fino al 3 novembre – Napoli, Palazzo Reale – Sala Dorica

Biglietto (include la visita all’Appartamento Storico) 6 euro

Riduzioni: 3 euro agevolazioni per i possessori di Campania artecard

Nella foto, un’opera di Boccioni, tra i massimi esponenti della corrente Futurista

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