Marted 6 settembre prende il via la terza edizione della rassegna “I viaggi di Capitan Matamoros, organizzata dall’Associazione Teatrale “Aisthesis” e dalla Cooperativa “En Kai Pan”, due giovani realt  che agiscono sul nostro territorio da qualche anno in maniera fattiva e proficuamente progettuale, organizzando rassegne, incontri e spettacoli teatrali, oltre alla formazione attoriale, a progetti sociali e di emancipazione del territorio utilizzando il medium artistico e culturale.
La rassegna itinerante di Commedia dell’Arte che si svolger  all’interno dei siti storici e monumentali di Napoli San Gennaro all’Olmo, Fondazione Banco Napoli, Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, Chiesa Complesso Monumentale di Donna Regina Vecchia, quest’anno si pone l’obiettivo di indagare su alcuni “percorsi di narrazione e ri-narrazione del teatro.”
L’ispirazione è la commedia dell’arte che attraverso i canovacci (su cui i comici dell’arte lavoravano in scena trasformandoli in tante rappresentazioni e/o storie diverse ma soprattutto nel momento della recitazione, con la tecnica dell’improvvisazione) e le maschere, evoca infinite storie e personaggi che a loro volta hanno ispirato tanti autori ed attori illustri
.La commedia dell’arte è stata, appunto, una vera fucina di personaggi e storie immortali inventate sulla base di un semplice canovaccio, di talenti che hanno segnato la storia del teatro e a cui molti attori e scrittori, in tempi successivi si sono ispirati. Essa, certamente, rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda la pratica teatrale e la scrittura a essa connessa.
L’idea della narrazione e della rinarrazione, lanciata in questa edizione della rassegna, vuole mettere in luce la volont  del teatro di rinnovarsi in un confronto costante tra scrittura e scena, con riflessioni, pratica, scambi di esperienza con altre tradizioni, in una continua osmosi, “non stando mai fermi, in una parola viaggiando”, come precisano le note al programma.
Cos la rassegna appare come momento di meditazione sul teatro e sul suo rapporto con la tradizione, attraverso due simboli fondamentali della Commedia dell’Arte Capitan Matamoros, maschera imprescindibile al pari di Pulcinella e Arlecchino, un anti eroe spaccone, che millanta avventure che non ha mai compiuto per mancanza di coraggio, un Capitan “Fracassa” ante litteram, che fu forse reinventato da Tiberio Fiorilli, celebre attore di quel periodo, uno dei primi grandi e famosi interpreti della Commedia dell’Arte, vest anche la maschera di Pulcinella, e il viaggio che rappresenta la vera condizione umana e artistica dei commedianti.
Questi ultimi attraversavano paesi e citt  su un carro (simile al famoso Carro dell’attore latino Tespi) dove erano caricate le esigue scene e le ceste con i costumi, per tentare di portare il teatro ovunque dalle piazze, ai teatrini reali, quando si era più fortunati e bravi e quando nobili, re e regine accordavano il loro interesse ad una rappresentazione teatrale. Una condizione che sussiste, anche se in termini molto più moderni, tra gli attori di teatro attuali, sempre in viaggio o, secondo un termine usatissimo, in tourne, inseguendo il ritmo delle rappresentazioni in giro per l’Italia o all’estero, spesso inseguendo i sogni che il teatro genera.
Dal mondo rutilante e, per certi versi, “affamato” della commedia dell’arte, alla ricerca di “fama” e nello stesso tempo di vero e proprio sostentamento, di pigmalioni e scopritori di talenti, emersero grandissimi artisti come, ad esempio, Molère.L’interessante rassegna, nasce in maniera indipendenteed è non solo ideata, prodotta e organizzata da “En Kai Pan” e l’Associazione Teatrale Aisthesis, ma presenta spettacoli ideati e scritti dai soci stessi dell’Associazione e della Cooperativa, oltre ad ospitare, in un rapporto di proficuo scambio culturale, altre compagnie italiane ed estere.
Il programma variegato, parte il 6 settembre al complesso di San Gennaro all’Olmo, con la mostra di Maschere e burattini di Alejandro Jimnez Molina, e prosegue, dislocato nei vari siti storici citati, con varie rappresentazioni “Echi di un’America indigena” (di Alejandro Jimnez Molina e Irasema Giuliana Jimnez), “Commedia in tempo di peste”, “La Repubblica di Utopia”, “El Romancero de Lazarillo”, “Cunti di Sfessania”, “Crudele D’Amor” (Associazione Aisthesis), “Arlecchino e il suo doppio” (Compagnia Hellequin Pordenone), “Respiro di Donne” (di Carmencita Palermo – Indonesia). Inoltre l’incontro “La maschera nella contemporaneit “, e il meeting “Il teatro della scrittura” per raccontare l’importante l’opera di Giuliano Scabia nel teatro e nel sociale, coordinati da Stefania Bruno (Cooperativa “En Kai Pan”).
Una rassegna che ci conduce attraverso un viaggio tra tradizione, memorie e contemporaneit , veicolando la preparazione, l’entusiasmo e l’amore per il teatro da parte di giovani che possono scriverne pagine future.

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