Da un po’ di tempo in qua, le opere liriche sono oggetto di rivisitazioni originali, che in qualche modo pongono in risalto il ruolo della regia, non sempre senza danni per l’allestimento. Le opere, come ogni creazione dell’ingegno umano, sono passibili di interpretazioni, di riletture, che non devono limitarsi certamente a inseguire la fedelt  come unico- o principale- criterio interpretativo.
Gli allestimenti scenici non possono non avvalersi dei moderni ritrovati, di macchine sceniche che rendono più agevole la messa in scena. In che cosa gioverebbe, però, ai fini di una lettura sicuramente modernizzante di un testo come quello del “Ratto del Serraglio” in questi giorni in scena al San Carlo, un lussuoso yacht che domina la scena invaso da donnine in costume da bagno che di sicuro on favoriscono la concentrazione.
Questione di scelte, si dir ; certo, è normale che almeno nelle cose dell’arte ci sia libert  di pensiero assoluta, è più che giusto che sia cos. Ma un dubbio si insinua, si affaccia prima esitante poi con prepotenza crescente il sospetto che l’antico slogan teatrale del “tromper” gli spettatori diventi l’obiettivo primario di certe opzioni registiche, peraltro degnissime e valide. Questo sospetto dinanzi a quel motoscafo, cos lontano da Mozart, da quella sia ingenua sapienza, da quella sua particolarissima ironica acutezza, si fa certezza, appannando un po’ lo stupore, che pure è obiettivo dei poeti e degli artisti (è del poeta il fin la meraviglia…).
La regia di Damiano Michieletto, tuttavia, non si esaurisce nella trovata del barcone, e meno male la vivacit  scoppiettante di questo primo grande capolavoro mozartiano è fatta salva, per fortuna. E poi, la lettura di Jeffrey Tate, abbastanza convenzionale, anzi talvolta alquanto stanca, bilancia il tutto, favorendo una mediet  che, però, risente della sua origine e della sua natura di punto di incontro di opposti. Se nel complesso, quindi, l’allestimento risulta gradevole, discrasie ed eccessi non mancano, in tutta l’opera. Bravi i cantanti, senza eccellenze, tuttavia. Ecco il cast vocale Konstanze, Jane Archibald, Belmonte, Yi Jie Shi, Blonde, Alexandra Kurzak, Pedrillo, Wolfgang Ablinger-Speerhacke, Osmin, Kristinn Sigmundsson, Selim Bassa, Peter Simonischek. Belli in costumi di Silvia Aymonino e le scene di Paolo Fantin. All’altezza il coro diretto da Marco Ozbic.
Insomma, la nave va. Anzi, lo yacht.

In alto, lo yacht in scena…

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