Tempi bui per la popolazione italiana. Siamo alla fin dell’800, inizi 900. E’ un periodo di grande povert . Infatti l’infanzia della nostra Maria de Angelis- in arte Maria Campi- fu piena di privazioni. Nacque nel 1871 nel popolare quartiere Borgo San’Angelo -attuale via della Conciliazione a Roma. Dotata di una bellezza molto vistosa, fu una grande diva che fece della sua arte una vera passione. La sua gavetta fu lunga, in posti di borgata fatiscenti, poi il debutto al teatro “Variet'” in quella epoca le soubrette si esibivano accompagnate da orchestrine poste sotto il palcoscenico, gli esordi per loro erano quasi sempre in scalcinati teatrini di quartiere con un pubblico popolano che interagiva con le protagoniste con invettive a volte volgari, oppure apprezzamenti molto forti. Maria vi era abituata e sapeva ben difendersi rispondendo a tono in chiave ironica, creando momenti di ilarit  imbarazzando con la sua bravura- e la sua esperienza di popolana-gli ironici e volgari spettatori.
La tourne in Russia
Al Salone Margherita venne notata da Giuseppe Jovinelli che la scritturò con un compenso di una lira a serata facendola debuttare come protagonista nell’operetta “La Mascotte”. Subito dopo, visto il successo, venne di nuovo ingaggiata per una grande tourne in Russia, a San Pietroburgo l si esib alla corte dello zar Nicola, l’alta aristocrazia l’accolse tributandole un gran successo, non da meno fecero i giovani rampolli, coprendola di gioielli, inviti, fiori. Subito la sua escalation, tutti i grandi teatri di Europa la richiedevano, il suo nome divenne in breve tempo di fama internazionale, era diventata “La prima donna italiana del variet “.
L’amore soprattutto
Guido da Verona descrisse Maria Campi nel romanzo biografico La donna che inventò l’amore, pubblicato nel1915, dal quale fu liberamente tratto il film di Marcello Fondato Nin Tirabusciò la donna che inventò la mossa. Durante una sua tourne in Spagna, apprese il ballo della rumba e lo introdusse in Italia da qui la famosa mossa che non era altro che una roteazione del bacino con colpo finale del ventre in avanti, anticipato da un rullio di grancassa, un gesto frivolo e seduttivo.
S, la Campi fu l’inventrice della mossa insieme alle sue piccanti canzoni che accompagnava con passi di danza, seducente, spregiudicata, muoveva il suo generoso corpo, mandando in visibilio il pubblico. Tra i suoi cavalli di battaglia le canzoni brillanti ‘A tazza e cafè, Il cavallo del colonnello e La petite tonkinoise, portata al successo in Francia da Josphine Baker.
Regina del salone Margherita
Nonostante fosse romana la era molto amata e apprezzata dal pubblico del Salone Margherita di Napoli, dove spesso era ospite. Come dicevamo prima, ai suoi esordi si esibiva in teatri di bassa levatura come il teatro Amor, frequentato dalla marmaglia trasteverina di quella epoca, ma diventata un gran nome nel panorama artistico, cominciò ad accettare solo scritturazioni più importanti (alla sala Umberto) e questa sua scelta fece arrabbiare molto i trasteverini che durante una delle sue esibizioni, organizzarono una spedizione punitiva dove accolsero la diva con fischi, insulti, addirittura lanciarono pomodori, questo comportamento fece decidere alla Campi di ritornare all’Amor dove venne accolta, acclamata e venerata. In quella occasione indossò audacemente una calzamaglia color rosa- uno scandalo per una epoca di conservatori- Partecipò a qualche film muto, tra cui, nel 1918, La capanna dello zio Tom.
Verso il declino
Nel secondo dopoguerra, quando gi  da un pezzo si era ritirata dalle scene, accettò una particina offertale da Vittorio De Sica nel film Sciusci . Passa alla storia come donna innovativa, moderna inventrice di macchiette ma soprattutto della mitica “mossa”, considerata una mangiatrice di uominini. Tuttavia, muore in povert  alla et  di 86 anni al Policlinico Umberto I di Roma per una malattia cardiaca.

Nelle foto, Maria Campi sul set del film "Sciusci ". In basso, in una foto ai tempi del Salone Margherita e la locandina del film "Nin Tirabusciò" ispirato alla sua vita

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