Negli anni 80 ero tra il pubblico del teatro Sancarluccio. Mettevano in scena “Le cinque rose di Jennifer” di e con Annibale Ruccello.( protagonista del rinnovamento della drammaturgia italiana).
Ricordo che rimasi affascinato dal testo e dalla “malinconicamente” bella presenza scenica del drammaturgo che si affacciava nel mondo del teatro e che subito ebbe consensi dalla critica e dal pubblico.
Vennero poco dopo rappresentati testi pluripremiati come “Notturno di donna con ospiti”, il grande e indimenticabile “Ferdinando” interpretato da una delle star del teatro, Isa Danieli.
TESTI BELLI E INQUIETANTI
I testi da citare sono tanti, tutti belli, tutti inquietanti, moderni, attuali, ma soprattutto, emozionanti. Sin dal primo momento sono diventato un suo appassionato fan e lo seguivo anche quando interpretava testi che non aveva scritto lui.
In “Pastareggina” con Maria Luisa Santella, Annibale riempiva la scena con la sua figura, alto bello e statuario. In “Ragazze sole con qualche esperienza” di e con Enzo Moscato, Annibale ancora più alto sui megatacchi a spillo. Sempre gentile, cortese e sorridente.
A volte non avevo i soldi per assistere alla rappresentazione e lui mi faceva entrare, poi andavo nei camerini per ringraziarlo, scambiavamo le nostre opinioni, e qualche benevole “inciucio” sul mondo del teatro e dei teatranti.
TRAGICA SCOMPARSA
Il 12 settembre 1986Annibale Ruccello lascia il teatro e la vita in un tragico incidente stradale, ma anche un patrimonio fatto di testi incomparabili. Molti registi hanno ereditato l’occasione di mettere in scena le sue pièce, non tutti meritevoli di tale eredit . Voglio citare alcuni registi e attori che lo hanno conosciuto
Gino Curcione, attore poliedrico che quest’anno festeggia i vent’anni del suo spettacolo “Nummere Scostumatissima Tombola”. Gino ha incarnato la voce fuori campo della prima edizione di “Le cinque rose di Jennifer”. ” E’ stato il nostro primo incontro racconta- poi dopo siamo diventati buoni amici. Annibale mi stimava molto, diceva che avevo una marcia in più e che ero uno dei pochi che potesse ricoprire il ruolo di Jennifer. L’ultima volta che ci siamo visti, Annibale mi propose di lavorare insieme in un progetto “la Fiaccola sotto il Moggio” di D’ Annunzio. Poi è successo quello che è successo…”
L’OMAGGIO DI FORTUNATO CALVINO

Chiedo a Fortunato Calvino un suo ricordo.
“…Sono sempre stato un suo appassionato spettatore ho sempre considerato il suo teatro innovativo rispetto a un certo teatro di “tradizione”. Parlo delle tematiche, nuove e di respiro europeo. Ci siamo conosciuti, ma non abbiamo avuto il tempo di diventare amici; mi sarebbe piaciuto confrontarmi con Annibale; sul suo teatro, la sua scrittura. E “Anna Cappelli” è un mio omaggio a un grande drammaturgo prematuramente scomparso.
Dopo lo spettacolo di ieri al Supercinema di Castellammare di Stabia, mercoled 21 settembre ai vecchi Mulini di Torre Del Greco- Omaggio a Ruccello.
ANNA CAPPELLI, DONNA DI PERIFERIA
“Sono 25 anni che se n’è andato, per me è come se fosse accaduto ieri. Oggi porto in scena Anna Cappelli con la stessa emozione che avevo quando lo presentai al Teatro San Carluccio nel 1992. Resta uno spettacolo magico, particolare”.
Complice di questa magia è la straordinaria interpretazione che Antonella Morea fa di questa piccola donna di periferia.
“Anna Cappelli” è un mio omaggio a un grande drammaturgo prematuramente scomparso. Nel 2001 proposi “Passioni e spine” unendo ad Annibale un altro grande autore, Jean Cocteau. Con “La Voce Umana” misi insieme frammenti da “Le Cinque rose” di Jennifer e da Anna Cappelli, in un trittico di donne che in comune avevano la solitudine e la perdita dell’amato….”.
LE SOLITUDINI UMANE
Non si può non menzionare anche la magnifica, emozionante interpretazione di Paola Fulciniti, che è stata la prima (sempre per la regia di Calvino) a portare in scena Anna Cappelli. La signora Fulciniti ha poi continuato a interpretare i testi di Annibale come “Mamme” ” L’Ereditiera” diretta da Enrico Maria Lamanna , un altro regista che spesso si è confrontato con la drammaturgia di Ruccello.

Ricordo di aver assistito a una replica delle “Cinque Rose” con la regia di Lamanna e l’interpretazione di Luca Lionello, una messa in scena da brivido. Credo che Lamanna sia uno dei pochi ad avere realmente a capito lo spirito della scrittura di Ruccello e lo dimostra con “Notturno di donna con ospiti” dove una grande Giuliana De Sio ferma il respiro dello spettatore per tutta la durata dello spettacolo con la sua bravura e con la direzione registica di Lamanna.
Per ripercorrere la carriera artistica, drammaturgica di Annibale e raccontare la sua capacit  di scrivere e descrivere le solitudini umane, le strade di periferia, il quotidiano ci vorrebbero migliaia di pagine. Ma questo spero che lo faranno in seguito. I grandi che porteranno in teatro i testi di Annibale Ruccello, qualcuno bravo, alcuni meno bravi.
Io preferisco r            6                 è« «    oè  á«spticordare Annibale come in un bellissimo film in bianco e nero.

L’AUTORE
Annibale Ruccello, nacque a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, nel 1956, da Ermanno Ruccello e Giuseppina de Nonno; si laureò con il massimo dei voti in filosofia a Napoli nel 1977, con una tesi in antropologia culturale sulla Cantata dei pastori di Andrea Perrucci

In foto, dall’alto, Antonella Morea in scena e Fortunato Calvino. Nel riquadro, Annibale Ruccello

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