Leggere le poesie di Angela Procaccini è come conoscerla. Parliamo di “Lunghi capelli”, edito da Guida, 62 pagine, 8 euro.
Arriva immediatamente la dolcezza del suono, la leggerezza delle parole, la delicatezza della frase. La poesia della Procaccini è lei, il disincanto dello scritto lascia immaginare quella impercettibile distanza dal mondo, da quella cosa che è stata disillusa.
L’autrice, uscita “fuori” dall’affanno quotidiano, si libera dando amore all’amore, in una brillante fusione tra la materia vivente e la purezza del sentimento. Il sentiero stretto della vita si allarga nel racconto aulico fatto di interessanti tenerezze.
Lo scorrere delle parole immaginano quella dolce solitudine che ancora vive e interpreta silenzi, tormenti, sorrisi amari. Ma anche una grande forza per continuare ad affrontare la vita.
Alla tragedia esteriore si contrappone l’affannosa ricerca dell’io pensante. “Vana ricerca se non guardi dentro di te” significa introspezione, luogo interiore, essenza spirituale.
Dentro trovi dio, il contrasto stridente tra spirito e materia, tra il silenzio e la parola, tra verit  e inganno.
Nelle parole Angela ricorda qualcosa, forse qualcuno che non è più. Con una dignit  espressiva sprigiona quella forza del pensiero e della memoria, lasciando immaginare il passaggio da una motivata tristezza all’incontro con il sorriso, la luce, il cielo.
A riprova della positivit  vi è la scelta dell’iris blu, quel fiore che l’iconografia cristiana ha assunto come simbolo di fede, coraggio e saggezza. Quel fiore, insomma, che promana sentimenti profondi e positivi. La scelta di questo simbolismo reclama fiducia, affetto, trionfo della verit  e promessa di speranza. Esattamente ciò che trasmette la scrittrice con queste “parole danzanti”, ovattate di poesia.
E poi il mare, l’acqua nella sua vitale essenza, generatore di pensieri e di passioni. Angela Procaccini sembra cercare nel mare ciò che ha perso, nell’acqua la forza per sorreggersi alla vita. Lo interpreta, lo racconta, lo colora. Quel “luogo fuori del mondo” a cui abbandonarsi e lasciarsi trasportare nel destino della vita.

PROCACCINI NEL MEDITERRANEO IL FUTURO…
di raf. car.
Scrittura, formazione e progetti. La parola all’autrice.
La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, cos profondo il mio amore più te ne do, più ne ho, perch entrambi sono infiniti. (William Shakespeare). Che significato d  al mare?
Basta aprire i grandi libri della nostra storia umana per renderci conto che, da sempre, il Mare è stato per l’uomo simbolo di energia, di vita, di aspirazione alla conoscenza nonch stimolo all’avventura. Omero senza il tema del Mare “color del vino” non avrebbe avuto lo scenario adatto a molte parti dell’Odissea. Come d’altronde il grande poeta latino Virgilio. Addirittura un poeta tendenzialmente malinconico per non dire chiuso e complicato quale era Lucrezio, nello splendida introduzione del “De rerum natura” cantava “tibi rident aequora ponti…”.
Musa di scrittori e poeti, di musicisti e pittori, il Mare fa pensare all’orrore ed alla bellezza, alla morte ed alla purezza, al sogno ed alla nostalgia. Se vogliamo, come giustamente scrive Ccile Gurard, anche la filosofia è collegabile al Mare, in quanto Mare e Filosofia “condividono lo stesso movimento incarnano la vita, le indicano la rotta.” Sciogliersi nell’acqua, l’elemento primario da cui nasce la vita, il liquido amniotico dell’embrione, la linfa vitale per sopravvivere forse è questo il segreto del fascino del Mare sulla mia anima. O forse il fatto che il Mare spezza tutte le nostre certezze, i pregiudizi introiettati, le grettezze del quotidiano, liberando l’immaginazione, il sogno, la fantasia.

Lei è stata al timone dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi” di Napoli, come dirigente scolastica. Come ricorda quella esperienza?
Non posso che ricordare con dolce rimpianto un periodo della mia vita ricco di entusiasmi e di produttivit . Come non posso che ricordare con soddisfazione tutti gli anni di docente trascorsi con i miei alunni, in situazioni professionalmente (istituti tecnici o licei) e logisticamente (Roma, Salerno, Ischia, Napoli) diverse. Ho avuto la fortuna di amare il mio lavoro, forse per eredit  ricevuta da mia madre, che ha insegnato per tanti anni nei licei, forse perch è innata in me quella passione pedagogica che è il segreto per cui i ragazzi recepiscono con piacere i contenuti che trasmetti loro, non paludati di fredda scientificit  ma calati nella realt  viva. I ragazzi, soprattutto quelli di oggi, chiusi nella loro gabbia virtuale di tecnologia e talvolta di rabbia repressa, hanno bisogno di calore umano, di affetto, e perch no?, come diceva Edgar Morin, di più Amore. Guardate negli occhi un ragazzo, anche il più riottoso, prendetegli la mano, rasserenatelo nel momento della sua rabbia. Si scioglier , si scioglier  subito. Perch è semplicemente un ragazzo frustrato, spaventato, m            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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Per quanto riguarda gli studenti del Nautico “Duca degli Abruzzi”, devo riconoscere che sono ragazzi eccellenti, che sanno quello che vogliono, dignitosi e coraggiosi, pronti ad affrontare un percorso di studi certo non facile, perch gi  pronti ad affrontare, qualora lo vogliano, un percorso particolare di vita e di responsabilit .

Un’altra sua passione è quella per la cultura, i libri. E’ coordinatrice regionale per la Campania dell’iniziativa “Leggiamoci fuori scuola”, iniziativa promossa dall’Associazione Alfredo Guida Amici del libro. Di che si tratta?
Sono ormai 14 anni che, dopo aver studiato una strategia coinvolgente per portare i ragazzi alla lettura di libri, coordino gli incontri che mensilmente, da dicembre a maggio, vedono gli studenti di varie citt  della regione impegnati in performances di rielaborazione libera e creativa dei testi letti. I giovani di istituti diversi si confrontano fra di loro e con l’autore del libro proposto, interpretando liberamente, come essi vogliono, il romanzo possono farne la semplice recensione o disegni illustrativi, possono drammatizzarlo, sceneggiarlo o trasferirlo in linguaggio multimediale.
Ogni incontro è unico e diverso dagli altri i ragazzi, e non lo scrittore, ne sono i veri protagonisti e riescono a trasmettere nelle loro interpretazioni un’originalit  ed una ricchezza creativa che spesso lascia senza parole lo stesso scrittore. Il progetto è sponsorizzato dall’Associazione Guida Amici del Libro, gode dell’Alto Patronato della Repubblica da ormai 10 anni ed ha visto come interlocutori scrittori più o meno importanti (Erri De Luca, Gianrico Carofiglio, Maria Orsini Natale, Federico Moccia, Alessandro Siani, Lucio d’Alessandro, Valerio Pandolfi, Mario Gelardi, Antonio del Monaco…).

Quanto è importante avvicinare i giovani alla lettura?
“Più leggi, più sai leggere la realt ” un messaggio molto semplice quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la promozione alla lettura del 2012. Eppure, nella sua stringata concisione, è significativo per dire cosa può rappresentare nei giovani la lettura e l’amore per i libri. Niente come un buon libro può aprire orizzonti nuovi, può insegnare a vivere, può aiutare a comprendere se stessi attraverso la descrizione di sentimenti di altri, degli scrittori, che in realt  sono persone come noi, con passioni, debolezze, rancori, speranze simili alle nostre. “Il vero orrore è quello di un mondo in cui è proibito leggere, dunque è proibito conoscere, amare, ricordare”, scriveva il regista Truffaut.
E’ importante trasmettere questo messaggio ai giovani senza la lettura di buoni libri la mente si intorpidisce, la fantasia diventa asfittica, il ricordo muore.
Tra le altre cose, lei sta lavorando a un progetto che riguarda il Mediterraneo, in collaborazione con il Comune di Napoli. Può spiegarcelo?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe scrivere un libro.
Il Mare, soprattutto il Mediterraneo, è da sempre per Napoli un riferimento culturale e una occasione di lavoro e di turismo. Da una intuizione dell’assessore al lavoro, Enrico Panini, è nata questa collaborazione che ormai considero una missione fare del Mediterraneo il fulcro culturale da cui originare prospettive di lavoro e opportunit  ad ampio spettro. Con il supporto e l’apporto intelligente di chi crede nel percorso, si sta cercando di realizzare una rete sinergica di partner coraggiosi che vedano in Napoli il fulcro ed il centro del Mediterraneo. Le risposte ci sono gi  state le prestigiose Universit  partenopee, il CNR-ISSM, le Istituzioni, gli enti e le Associazioni collegate al Mare (Propeller, Peripli, Fondazione Mediterraneo, Fondazione Valenzi, Arcipesca Fisa, Atena, Camera di Commercio, Confitarma…), come i consolati e le Ambasciate, hanno gi  condiviso il nucleo del programma ed hanno gi  espresso la generica volont  di collaborazione.
Naturalmente il percorso è estremamente ambizioso e saranno necessari 2 anni per poterne vedere qualche frutto concreto. Infatti, non si dimentichi che fine ultimo del Percorso “Napoli nel Mediterraneo, per il Mediterraneo” non è la vuota e sterile parata esteriore di personaggi ed eventi, ma è la preparazione di qualcosa che possa in seguito produrre formazione per i giovani, inserimento in vari ambiti, scambi culturali e turismo .
Il logo dell’iniziativa?
La feluca, tipica imbarcazione delle acque del Mediterraneo usata su tutte le sue coste, dall’Italia all’Africa, simbolo in un certo senso di quell’unit  del Mare nostrum, che noi tutti dobbiamo difendere.
“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare…” diceva Socrate. Ma la nostra feluca sa dove vuole andare.

In foto, la copertina del libro e l’autrice

   

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