Pasquale Maffeo, un intreccio di giorni e di vicende letterarie nel segno della luce diurna, o più precisamente di un’idea salda e adamantina dei valori della vita e della religiosit . Scrittore di robusta vena, ha dato il meglio di s in poesia.
E’ significativo che la sua opera prima sia stata di poesia, Acque chiare (1955). Da allora, ha pubblicato molte altre raccolte. Oggi, dopo aver ripudiato i primi tre quaderni, si riconosce nella sua produzione succedutasi al 1970. Su quest’attivit  d’un quarantennio, infine, si è soffermato per ulteriori perfezionamenti formali.
E ha raccolto tutto l’insieme, che non è poco, in un solido, decoroso volume intitolato Nostra sposa la vita (pp. 480, Euro 15) che inaugura la collana Omnibus Poesia dell’editore Caramanica.
Di fronte a questa filtrata e selezionata summa poetica, si resta ammirati dal diramarsi dell’attenzione verso molteplici spazi aperti, ma nello stesso tempo, del divenire della voce in progressiva maturazione e persuasivit , attorno ad un asse di coerenza linguistica e ideale e di adesione alla prospettiva di un lavoro di ricerca alta e decoroda nel bacino di un linguaggio comune.
Il segreto di tanta costanza e di tanta pazienza è nella convinzione rocciosa, missionariamente abbracciata una volta per sempre e difesa con zelo intatto, anzi sempre più fervido dall’autore, contro ogni tentazione e ogni insinuazione degli sperimentalismi moderni.
A fondamento della sua opzione è un’assunzione religiosa, non contaminata da certezze prefabbricate.
La religiosit  di Maffeo si pone in essere nella cifra dell’interrogazione della verit , dell’esercizio dell’umilt  di ritrovarsi “pietra fra le pietre”. Tale esperienza apre in lui varchi verso la contattazione della parola nella sua purezza e nelle sue autentiche trapidazioni.

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