Fibra di cotone, con un filo che tiene unite tutte le lingue del mondo. E’ la materia, a impatto ambientale nullo, con cui è costruito il volume “Lo sguardo dell’altro. Antologie di scritture migranti” della casa editrice Mangrovie (pag.198 euro12) di Michele Di Salvo, da due anni a Napoli.
“Mangrovie- spiega dalla redazione Silvia De Marchi- si occupa di scrittori migranti, di intercultura e reportage fotografici, il suo nome è strettamente legato allo scrittore chea differenza di un madrelingua italiano che viene in Italia gi  scolarizzato e adotta l’italiano come seconda lingua- ha radici che si spostano dalla lingua madre, per adottarne altre, cos come fa la mangrovia” , pianta sospesa a fior d’acqua, metafora creata dall’ autore algerino, Tahar Lamri. Obiettivo della giovane casa editrice la sperimentazione linguistica, scoprire come l’italiano viene modificato, reso impuro dagli stranieri che, in qualche modo, lo piegano alla struttura grammaticale e sintattica della lingua di partenza.

Alla recente presentazione del libro,a Roma, è scaturito un altro interessante concetto gli italiani si vedono osservati. E’ avvenuto quasi un rovesciamento del punto di partenza “. L’ antologia, interamente curata da scrittori stranieri, mostra in copertina l’immagine dipinta da Mary Leela Marampudi. E raccoglie quattordici racconti brevi, quelli con cui si misurano per lo più i migrant writers, scrittori di tutte le parti del mondo. Nelle ultime pagine, qualcosa di chi descrive e incrocia gli sguardi e le vite degli altri.

Cammino difficile per Mangrovie in una realt  complicata come quella partenopea. “Qui sottolinea De Marchi- stiamo trovando difficolt  che non abbiamo riscontrato al centro e al nord dell’Italia, legate sia all’assenza di scrittori stranieri sul territorio, sia, soprattutto, alla mancanza di collaborazione delle istituzioni; pochi i nostri libri distribuiti, paradossalmente è più facile lavorare a Milano dove ci sono le grandi case editrici”. “La migrazione è un taglio e un’avventura” precisa uno degli autori di queste pagine. E la letteratura migrante è l’unica che ci permetter  di condividere la Terra nel terzo millennio, perch “solo nella contaminazione di linguaggi, di etnie e di culture l’uomo avr  una possibilit  di crescita intellettuale. Questa letteratura è la citt  invisibile di Calvino, un ampio spazio, libero e affascinante dove la “merce” esposta è quella che affascina l’uomo da sempre”.

“Ma perch ho deciso di scrivere questo qualcosa-come-un-racconto su un uomo in fuga da una delle cuciture fra i mondi?” si chiede Bozidar Stanisic, bosniaco, professore di lettere, che firma la breve storia “Sembra tutto o.k.” dove Boris B. cammina come un sonnambulo (e il sonnambulo si sa, crede di non toccare la terra) e riferisce a Vincenzo- che dal mare di Napoli si è trasferito al lago di Como (“ogni cosa al mondo, per continuare a vivere, richiede un sostituto” ) la sua storia di emigrante. Arrivato da Zenica a Trieste nel serbatoio di un tir. Finisce forse per trovare qualcosa-come-un-legame.

A pochi giorni dal sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo (10 dicembre 1948), da una citt  come Napoli, esempio di integrazione tra culture diverse e tutte le lingue che porta in s, parte Mangrovie per proporre un ciclo di incontri”Premesso che non sono razzista…” superando la cronaca “Nel 2008 ci siamo guadagnati il titolo, assai poco onorifico, di Belpaese dell’intolleranza. L’Italia Razzista, nei primi dieci mesi di quest’anno ha conosciuto picchi che non ricordavamo dal 2005”. Quasi xenofobia, pensiero ordinario che circola pericolosamente nei mezzi di comunicazione di massa…Sfumato nei suoi contorni, depauperato dei suoi reali contenuti dai media e dagli stessi amministratori pubblici … Mangrovie, insieme a scrittori, giornalisti, mediatori culturali, e non solo addetti ai lavori, discuter  la “questione culturale del dire l’altro”. Il 3 dicembre a Roma, il 6 a Napoli, il 10 a Torino, l’11 a Milano, il 12 a Venezia. Le serate si concluderanno con aperitivo o cena etnica.

Nella foto sopra, la copertina del volume. In basso, lo staff di Mangrovie

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