Sembrava l’Apocalisse. Alle 19.34 del 23 novembre 1980 una scossa di magnitudo 6.5 sulla scala Richter, della durata di circa novanta secondi, colp la Campania e la Basilicata centro-settentrionale, con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania. Il sisma causò circa tremila morti, diecimila feriti e trecentomila sfollati, coinvolgendo una popolazione di sei milioni di abitanti paesi completamente rasi al suolo, ponti e viadotti spezzati in un panorama di agghiacciante devastazione.
E poi il caos, il fuggi fuggi generale,i ritardi delle prime ore nei soccorsi, la paralisi nella viabilit  dovuta al congestionamento delle strade. ” O terramoto” ha segnato la vita delle popolazioni locali e ancora oggi sono visibili i suoi effetti nel territorio, come una vecchia ferita che non si rimargina mai.
“Mani sul terremoto” (Edizioni Spazio Creativo, pagg.206, euro 13,90) è un libro scritto dal giornalista napoletano Pietro Funaro, che segu da cronista per il quotidiano “Il Diario” le fasi immediatamente successive al disastro e nelle pagine del libro rievoca quei momenti drammatici “L’aria era fredda, il cielo grigio, il silenzio innaturale e le persone vagavano tra le macerie senza uno scopo”.
L’autore ha sentito l’esigenza di raccontare quel periodo da un altro punto di vista, chiedendosi se la ricostruzione post terremoto abbia rappresentato un’occasione di sviluppo per la Campania o sia stato un grande business realizzato ai danni delle popolazioni colpite.
Partendo dalla rievocazione dei fatti, in particolare dall’analisi dettagliata delle venti grandi opere infrastrutturali messe in cantiere a supporto del programma straordinario di edilizia residenziale approvato dal Parlamento nel 1981, il libro narra tutte le fasi della ricostruzione e ne propone un quadro molto approfondito con l’ausilio di tabelle e dati che permettono al lettore di avere una chiara percezione delle cifre del disastro.
Funaro sottolinea come la figura dei commissari straordinari del governo voluta dalla legge 219 del 1981 godeva di ampi poteri emanare disposizioni aventi valore di legge; affidare in concessione ad operatori privati tutte le fasi del programma, dalla progettazione urbanistica alla consegna delle opere. Ma dopo i primi anni di attuazione del programma edilizio, fu chiaro che la Cassa del Mezzogiorno non riusciva più a garantire il supporto per la costruzione delle necessarie infrastrutture. E quindi con un decreto legge del 1986 fu affidato ai commissari straordinari anche il programma per gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria, dando cos vita al capitolo più discusso dell’intera vicenda.
L’autore scrive “Il via libera alle opere infrastrutturali fu una ghiottoneria per i costruttori, che lucrarono molto di più su questa tipologia di lavori che sulla costruzione di case”.
Al di l  delle vicende giudiziarie che coinvolsero i protagonisti politici di quella fase, alcuni dei quali sono intervistati dall’autore, il libro intende offrire in particolare ai lettori più giovani uno strumento utile per orientarsi nel complesso mosaico della vicenda terremoto, anche considerando la forte “immagine scandalistica” che ne è stata data dall’informazione in questi anni.
A distanza di tempo, ridare la parola a chi fu messo sul banco degli imputati è un’occasione per ascoltare le sue ragioni e consente di riflettere con maggiore pacatezza, lontani dalle polemiche di quei giorni.

FUNARO"NON FU SOLO RUBERIA"

Pietro Funaro ha iniziato la sua attivit  professionale a Telenapoli, è stato redattore del quotidiano “Il Diario” e successivamente inviato speciale de “Il Mattino”. Attualmente è direttore responsabile del quindicinale magazine on-line dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania.libero docente universitario e “Mani sul terremoto” è il suo terzo libro.
Nel libro lei accusa i “novelli profeti della verit ” di aver dato un’informazione distorta sul terremoto.
Quale fu la tesi prevalente nei commenti sulla stampa e in televisione?
“Che la ricostruzione era stato solo un grande affaire per arricchire i partiti ed alcuni esponenti degli stessi. Pur non negando che ci siano state delle malversazioni, ridurre il tutto a una mera ruberia è un falso storico e si vuole negare l’immensa opera realizzata di case, strutture e infrastrutture che sono sotto gli occhi di tutti”.

L’Italia fu profondamente colpita dalle immagini televisive del dopo sisma. La solidariet  che scattò immediatamente ci fece scoprire un paese diverso da quello che immaginavamo?
“Credo di s. Si realizzò una vera e propria gara di solidariet  nazionale ed internazionale che racconto nel mio libro. Un’Italia dal cuore grande ma anche un’Europa pronta e, oltre agli Stati Uniti, paesi come l’Algeria e l’Iran diedero il loro contributo”.

Lei individua nelle opere infrastrutturali a supporto dell’edilizia abitativa la causa dello spreco del denaro pubblico…<            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe BtnBBBBRpeBKKKBYBBTBB DBeS pHKBUNIONBLBB time B e BEBTB pMBSUPERBS swe7BBBBE B7BlBKB/b>
“Io scrivo che i profitti maggiori per gli imprenditori non venivano dalla costruzione di case ma dalle opere a esse connesse. Non si può negare che i guadagni per loro furono enormi e che nomi noti dell’imprenditoria campana e non solo si arricchirono oltre ogni aspettativa. Con questo però non nego l’utilit  di quelle opere che potevano rappresentare un volano di sviluppo e di ripresa economica, civile e sociale non solo per la Campania ma per l’intero Mezzogiorno”.

La Commissione parlamentare d’inchiesta guidata da Scalfaro fu varata nell’aprile 1989. Fino a quel momento quale fu l’azione della magistratura?

“Non ci fu nessuna azione della magistratura fino al 1989. Dopo, siamo agli inizi del 1990, le conclusioni della commissione Scalfaro coincisero con quella che fu definita la stagione di Mani Pulite e si scatenò la triste e lugubre azione del “tintinnio delle manette”. Un periodo buio per la nostra storia durato a lungo e sostenuto da giacobini travestiti da giustizieri”.

Il Friuli fu colpito dal terremoto del 1976, le localit  rase al suolo furono poi riedificate completamente con criteri antisismici. un luogo comune ritenere che le popolazioni del nord abbiano reagito con maggiore vigore alla catastrofe naturale o c’è un fondo di verit  in questa considerazione?

“Si dimentica un piccolo particolare la dimensione del disastro. L’area colpita dal terremoto del 23 novembre del 1980 e del febbraio del 1981 fu di ben 17mila chilometri quadrati. Tremila i morti, diecimila i feriti, 350mila gli sfollati. Non c’è paragone possibile con il sisma del Friuli. Assolutamente.”

In foto, l’autore e la copertina del libro

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