«La ringrazio molto per la cittadinanza che mi ha conferito, ma io sono prima di tutto un cittadino delle due Sicilie». E’ uno degli aneddoti raccontato stamattina, a Palazzo San Giacomo, da un Armando De Stefano visibilmente commosso. Artista che ha lasciato una traccia  profonda tra gli allievi dell’Accademia di Belle arti di Napoli con la sua pittura, a novant’anni compiuti il 27 novembre, si vede circondato dall’affetto di amici, giornalisti, napoletani, sindaco e assessore alla cultura, a Palazzo San Giacomo: con una targa e una medaglia, festeggiano tutti il suo novantesimo compleanno e l’energia artistica di una vita spesa a comunicare attraverso l’arte.Armando De Stefano | ilmondodisuk.com
La cittadinanza cui si riferisce De Stefano è quella di Vercelli attribuitagli quando trasforma il carcere della cittadina in una galleria d’arte contemporanea. Ma  è  solo uno  delle immagini che offre della sua vita. Un’altra, ancora più intensa, è il ricordo della mamma sarta. «E’ per lei- dice- che  ho voluto fortemente diventare professore all’Accademia, per lei che  qui veniva  a portare i vestiti al direttore amministrativo. Una sorta di riscatto, attraverso l’orgoglio di avere un figlio docente».

La repubblica del '99 | ilmondodisuk.com
Un’opera di Armando De Stefano dedicata alla rivoluzione del ’99. In alto, due momenti della cerimonia a Palazzo san Giacomo, fotografati da Nando Calabrese

E di orgoglio napoletano e metamorfosi molto si parla in una affollata sala Giunta dove protagonista è un autore  che  non ha  mai  voluto lasciare la proprio città, «perché  Napoli è bella assai e io volevo stare a via Costantinopoli, perciò non  ho accettato la cattedra di Brera».
Sulla fierezza partenopea si soffermano anche l’assessore Nino Daniele e Luigi de Magistris, in particolare, quando afferma che sono molti i partenopei illustri “fuoricasa” accarezzati dall’idea di ritornarci. E, al posto del “fuitevenne“ di eduardiana  memoria, il sindaco propone il più allettante  “turnatevenne” in una Napoli finalmente affollata da turisti. Città ribelle, recalcitrante e resistente all’omologazione. Ma anche città rifugio che considera l’accoglienza l’unico forte antidoto al terrorismo.
E nella mente del pubblico attento si fa strada  la potenza pittorica del Maestro evocata  soprattutto nell’emozione di un momento storico rivoluzionario, la repubblica del 99. Infine, la promessa di un appuntamento non lontano, per ammirarla. Il maggio dei monumenti riserverà uno spazio d’onore a De Stefano con una  mostra che lo celebrerà al Palazzo delle arti Napoli, in via dei Mille. Dedicata a José Luis Borges. Con la bellezza dei colori e delle  forme.

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