L’impresa è un rischio e si nutre di coraggio, confortato dalle idee e dalla cultura della sfida e della produzione. Napoli lancia il grido del riscatto dall’Accademia aeronautica di Pozzuoli, dove si è svolta l’assemblea dell’Unione industriali guidata da Paolo Graziano, con un ospite d’onore, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Non è un urlo di dolore, ma un ruggito d’orgoglio in una citt  che l’emergenza dei rifiuti e la criminalit  organizzata o frammentata hanno portato alla ribalta dei media internazionali, seconde forse solo alla recente politica del bunga bunga.
Centocinquant’anni dopo l’Italia unita, la citt , lacerata dalle sue contraddizioni, tormentata da precariet  e disoccupazione, non ci sta a rassegnarsi al declino decretato anche da un governo sempre più concentrato su uno squilibrio Nord-Sud. E mostra i suoi gioielli imprenditoriali (Carpisa, Calcio Napoli…), ma traccia la strategia per uscire dallo stagno dell’immobilismo, sulla scia delle parole chiave indicate dal Capo dello Stato giovani, futuro, Mezzogiorno, Unit  nazionale.
Il Rigore non deve sopprimere lo Sviluppo e sviluppo significa creare occupazione perch i giovani trovino lavoro dove sono nati, senza essere costretti a emigrare. Circondati dal benessere diffuso di una societ  pacificata, sull’orma dell’immenso pensiero riformista partenopeo che porta i nomi di Genovesi e Filangieri.
Per razionalizzare la spesa pubblica, mettere a sistema gli investimenti per il Mezzogiorno anche attraverso il Piano Sud, realizzare una Banca meridionale per la crescita a vocazione territoriale, (ri)orientare la spesa dei fondi europeo e ripensare la fiscalit  collegandola di più ai luoghi servono adesso i fatti, ci azioni amministrative conseguenti e vincolanti. La stagione delle risse e dei proclami al vento deve considerarsi ormai alle spalle.
Napoli è terra dotata di patrimonio architettonico, arte, storia e talenti. Che, inseriti in un contesto positivo, sono capaci di produrre eccellenti realt  imprenditoriali. La conferma vine dal parroco della Sanit , Antonio Loffredo che, incrociando il cammino dell’associazione culturale l’Altra Napoli, dopo aver introdotto nella parrocchia di Santa Maria l’arte contemporanea mescolata all’antica, ha avviato un progetto di riqualificazione con i ragazzi del quartiere, raggiungendo cifre occupazionali e risultati d’incremento turistico sorprendenti. Mettendo su un bed & breakfast e recuperando la basilica di San Gennaro, chiusa da quasi mezzo secolo, restituendone al pubblico le catacombe, grazie al supporto di fondazioni e privati, spezzando cos “l’economia (istituzionale) della tangente”, inseguendo invece il culto della bellezza. Che Napoli potrebbe esportare nel mondo, insieme al principio della fantasia, come un marchio di fabbrica, sotto il segno della sua Musa, Partenope.

Nella foto di Nando Calabrese, il golfo di Napoli

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