Gli architetti in Italia sono 145mila, superiamo il record europeo con 2,4 professionisti ogni mille abitanti e, secondo le stime del Cresme, il mercato dell’architettura nel nostro paese vale 2,7 miliardi. Fatti due conti, si tratta di spartirsi una media di 19mila euro l’anno. Una categoria in sofferenza e una situazione che sempre più spesso spinge i professionisti a guardare oltre confine.
L’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia ha circa 8.500 iscritti, distribuiti tra la citt  di Napoli e l’intera provincia che, complessivamente, conta circa 3.100.000 abitanti, essendo la provincia d’Italia con la più alta densit  abitativa.
Con un’altra semplice operazione matematica è abbastanza evidente che siamo nel rapporto di 2,7 architetti ogni 1000 abitanti (+ 0,3 rispetto alla media nazionale), un dato che da solo fa comprendere quanto sia sproporzionata l’offerta rispetto alla potenziale capacit  del territorio di creare e favorire opportunit  di lavoro.
Inoltre, le caratteristiche dell’area della provincia di Napoli che, per la sua particolare posizione e per la specifica ricchezza del patrimonio storico, archeologico, architettonico, monumentale e ambientale, risulta sottoposta ad uno stretto regime vincolistico rendendo difficoltose, ma spesso impossibili, nuove realizzazioni edilizie o interventi sostitutivi.
Soltanto queste prime considerazioni sono sufficienti per comprendere quali siano le difficolt  quotidiane che tantissimi iscritti, non solo quelli più giovani, hanno nello svolgere la professione anche perch l’attuale sistema normativo per accedere alla progettazione e direzione dei lavori di opere pubbliche, mediante il confronto concorsuale, non è ancora sufficientemente e correttamente applicato dalle amministrazioni.
Il ricorso a questa procedura, che garantirebbe i migliori risultati in termini di qualit  e di trasparenza, è molto limitata nell’ambito territoriale di Napoli e della sua Provincia e quando viene utilizzata, nella maggior parte dei casi, vengono adottati criteri premianti di tipo quantitativo, sia soggettivi, quale la capacit  economico-finanziaria, che oggettivi, quale l’offerta economica al massimo ribasso.
Criteri non proprio idonei per valutare una prestazione intellettuale, quale quella del servizio di progettazione, cos generalizzati e tali da poter produrre evidenti effetti negativi sulle opere pubbliche da progettare caratterizzate, conseguentemente, dal mero conseguimento del vantaggio finanziario e, quindi, da scarsa qualit  e assenza di ricerca e di innovazione.
Ma ulteriori effetti negativi li subisce l’intera categoria professionale che, a causa di un mercato ristretto ormai a poche potenti realt  economiche, vede sempre più ridotta la possibilit  di accesso per gli studi di media entit  e pressoch precluso per i piccoli studi e i giovani professionisti.
Per questi motivi l’Ordine di Napoli e il Consiglio Nazionale degli Architetti sono impegnati da anni in un costante e costruttivo confronto con la politica e le istituzioni al fine di sollecitare sempre maggiori attenzioni verso la definizione della qualit  dell’architettura e, nello stesso tempo, per consentire agli iscritti una formazione continua in grado di far innalzare il livello di competitivit  ed accrescere le opportunit  lavorative.
Incentivare il confronto tra gli architetti attraverso le molteplici procedure concorsuali è diventato per l’Ordine un impegno che va oltre la mera enunciazione di principi o una costante, quanto opportuna, rivendicazione nelle sedi istituzionali interessate.
L’Ordine negli ultimi anni, in partenariato con altre istituzioni, associazioni e aziende, ha incrementato la sua attivit  organizzativa e la partecipazione a varie iniziative (premi di architettura e di design, concorsi di idee, etc.) che hanno avuto come principale obbiettivo quello di far emergere la capacit  professionale e la creativit  di tanti che, nonostante la crisi e le evidenti difficolt , sperano di poter svolgere la professione di architetto.
Rientrano tra queste iniziative il premio di architettura “La Convivialit  Urbana”, Napoli Design District (NADD), il Premio Bruno Viglione, il Premio Ischia d’architettura (PIDA) e molti altri che, oltre a registrare una numerosa partecipazione, mettono in evidenza risultati particolarmente interessanti in termini di originalit  e qualit  delle proposte, a conferma di quanto ancora valgano i nostri architetti molto apprezzati anche all’estero.
Sono tanti gli architetti napoletani che lavorano fuori i confini nazionali e che si sono fatti valere. Tra questi Silvio D’Ascia, giusto per citarne uno che attraverso i concorsi è riuscito a farsi conoscere ed avere successo, napoletano che vive a lavora a Parigi dal 1993 dove ha fondato il suo studio nel 2001, dopo un periodo di lavoro in associazione con Arep, societ  francese con cui ha vinto e realizzato anche la nuova stazione Porta Susa di Torino.
Oggi lavora tra la Francia e l’Italia            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be« con opere realizzate anche in Cina e il suo successo professionale dimostra che, nonostante su scala globale valga la logica del grande numero e dei fatturati di mega-studi, le eccellenze individuali troveranno sempre e comunque il loro spazio.
L’impegno dell’Ordine sar  nel prossimo futuro ancora più forte in questa direzione per fornire ai propri iscritti tutti gli strumenti necessari a competere, qui in Italia e in ogni altra parte del mondo.

*presidente dell’ordine degli architetti di Napoli

In foto, particolare del progetto “Il giardino delle quarantaquattro colonne”
L. Capobianco- F.P. Arcella- B. De Vita- M. Madonna- F. di Marucci- M. Mollo- C. Sarno
II Premio ex aequo
per "La Convivialit  Urbana" 2012

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