Far conoscere quello che c’è dietro. Il racconto-reportage di Bejan Matur, poeta e scrittrice curda che “sceglie” di scrivere nella lingua dell’antico dominatore turco perché la sua, fino a poco tempo fa, era vietato parlarla. «Da bambina, ricorda, la maestra incaricava a turno qualcuno della classe affinché segnasse su una lista i nomi dei bambini che a casa parlavano curdo». Bejan incontra gli studenti (venerdì 22 gennaio) nella sede dell’università L’Orientale di palazzo Corigliano (piazza San Domenico Maggiore). All’evento, organizzato da Lea Nocera, docente di Lingua e letteratura turca, segue la presentazione del libro “Guardare dietro la Montagna” alla Ubik di via Benedetto Croce.
Tradotto da Giulia Ansaldo, arriva in Italia edito dalla casa editrice “Poiesis”, diretta da Giuseppe Goffredo. Scritto di getto in sole tre settimane, ha raggiunto quattordici ristampe in quattro anni. Il libro, ha infatti riscosso un enorme successo, anche polemico, in Turchia. In realtà non c’è stata una vera e propria censura ma ogni presentazione ha scatenato episodi di violenza da dover chiedere l’aiuto di guardie del corpo. Non solo. Sono state eseguite perquisizioni nelle case perché è considerata una colpa possedere una copia. Bejan non si fa intimidire e risponde alla violenza con la forza delle parole.
Il libro, pubblicato nel 2011, è uscito in un momento in cui sembrava che la questione tra curdi e governo turco potesse giungere a una svolta. Purtroppo non è stato così. La tensione tra i due fronti, soprattutto nell’area sud-est del Paese, dove in alcune città c’è addirittura il coprifuoco, si sta riaccendendo. Il conflitto tra il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, che chiede l’autonomia dei curdi in Turchia, e l’esercito turco, ha radici profonde. A determinare l’escalation degli ultimi anni, l’approccio di Ankara alla questione, definita di sicurezza nazionale e le rivendicazioni violente del partito. Ma chi sono i combattenti del Pkk? Lo racconta Bejan nel suo libro, diviso in due sezioni. Nella prima, intervista i guerriglieri fuggiti in Europa, nella seconda, racconta la sua esperienza sui monti del Qandil iracheno, tra campi d’addestramento e postazioni Pkk dove ha trascorso alcuni mesi.

Nelle foto, in alto, Bejan Matur (la prima da sinistra) a palazzo Corigliano dove è intervenuta con Lea Nocera, Giulia Ansaldo e Giuseppe Goffredo; in basso, la copertina del libro "Guardare dietro la Montagna"\ ilmondodisuk.com
Nelle foto, in alto, Bejan Matur (la prima da sinistra) a palazzo Corigliano dove è intervenuta con Lea Nocera, Giulia Ansaldo e Giuseppe Goffredo; in basso, la copertina del libro “Guardare dietro la Montagna”

«Mi sono seduta e ho raccontato la loro storia – dice. All’inizio c’era diffidenza. Ho spiegato che a me non interessava il guerrigliero, ma la persona». Il libro non esprime giudizi. Al contrario, punta sul dialogo e sulla pace. Offre un punto di vista diverso, quello di un popolo privato della sua identità.
E’ gentile Bejan, timida e poco sorridente, nei suoi occhi la tristezza di chi sin da bambina lotta per affermare la propria esistenza. «Sono spesso in aeroporto e ancora oggi, quando chiamano il mio nome, tale è la stranezza che mi scambiano per un uomo». Ebbene sì, il governo turco ha stravolto anche i nomi dei cosiddetti “turchi di montagna”. «Ho sempre sentito una mancanza», ammette. Quando ha cominciato a scrivere per se stessa piccole poesie in lingua curda, è stato come riscoprire un mondo. Ne legge alcune. Una in particolare colpisce. Si intitola “Figli cresciuti dalla luna” e parla delle tragedie del Mediterraneo. «Sono molto attenta al problema degli immigrati. Chi vive questa condizione – dice – vede le cose con uno sguardo diverso».
Napoli è la prima tappa di un tour che toccherà diverse città italiane tra cui Livorno, Verona, Milano, Bologna, Roma, Bari, per terminare il 1 febbraio a Martina Franca. Per la prima volta una poetessa dà un volto ai miliziani curdi. Racconta la guerra da un punto di vista particolare, quello femminile. E dunque la cronaca si carica di una sensibilità che consente anche al lettore meno esperto di entrare nell’intricata questione del conflitto. Lo dimostrano le tante lettere ricevute dopo l’uscita del libro. «La poesia- conclude Bejan- è saper vedere oltre, è il fondamento di qualunque espressione artistica e dovrebbe esserlo anche della politica».

L’autrice
Nata nel 1968 a Maraş (Turchia), Bejan Matur, ha pubblicato le prime poesie in diverse riviste letterarie prima di racchiuderle in una raccolta dal titolo “Casolari Al Vento”, grazie alla quale ha vinto i prestigiosi premi letterari “Orhan Murat Arıburnu” e “Halil Kocagz”. Le sue poesie, nove raccolte dal 1997 al 2015, sono tradotte in ventiquattro lingue, dall’inglese al persiano, dal cinese allo spagnolo. Ha scritto anche per il teatro e ha partecipato con un suo scritto al libro “Freedom”, pubblicato nel 2010 con la collaborazione di Amnesty International. Dal 2005 scrive per i quotidiani di Turchia Zaman, e la sua versione inglese “Today’s Zaman”. Ospite al 21 Festival della poesia di Genova, è stata inserita nella rete “Versopolis” come unica rappresentante della Turchia.

Per saperne di più
www.poiesiseditrice.it
www.unior.it
Prossimi eventi dell’università L’Orientale” di Napoli
Mercoledì 27 gennaio, ore 9.30 Per il giorno della memoria. Presentazione del film “In Darkness” di Agnieszka Holland (Polonia 2011) palazzo Mediterraneo (aula 2.5), via Nuova Marina, 56

Giovedì 28 gennaio, ore 12.30 “Eterna Bellezza” Presentazione dell’ultimo libro di S.E. Basant K. Gupta, Ambasciatore dell’India a Roma, Sala delle Conferenze, palazzo Du Mesnil, Via Partenope 10/A

Giovedì 28 gennaio, ore 16.00 “Una visitatrice amorosa Simone Weil e l’Italia”. Presentazione di due libri di Weil Castel Nuovo (Maschio Angioino)

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